Passi l’autoscatto occasionale, per immortalare un momento memorabile come quello di Francesco Totti sotto la curva della Magica nel derby capitolino. Quando il selfie diventa un chiodo fisso, però, c’è da preoccuparsi.
L’uomo self-addicted, infatti, è spesso un narciso impulsivo e incline a sviluppare tratti anti-sociali, oltre a veri e propri disturbi psicologici: a rivelarlo è uno studio della Ohio State University, pubblicato sul Journal Personality and Individual Differences.
Per tratteggiare questo impietoso identikit, i ricercatori hanno messo sotto la lente 800 uomini tra i 18 e i 40 anni, ai quali hanno chiesto di compilare due questionari online: il primo riguardava le loro abitudini in materia di autoscatto, mentre il secondo poneva domande sul livello di autostima, narcisismo, oggettivazione di sé e tracciava il livello dei comportamenti anti-sociali.
Dai risultati è emerso che i maniaci del selfie hanno i punteggi più elevati nei test che misurano narcisismo e predisposizione ai disturbi psicologici: anche i comportamenti anti-sociali sono risultati più numerosi della media, ma non hanno mai superato livelli di guardia. Gli amanti del foto-ritocco, invece, sembrano essere un po’ meno impulsivi e inclini alle patologie psichiatriche, ma rimangono pur sempre dei grandi narcisi, spesso insicuri, così attenti alla propria immagine da trasformarsi in “uomini oggetto”: un’abitudine pericolosa, spiegano i ricercatori, che può aprire le porte a depressione e disturbi alimentari.
E.B.
12/01/2015
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