Homer Simpson aveva ragione: ricordare è un po’ dimenticare. Lo aveva detto anche alla moglie Marge, con una delle sue più celebri battute: «ogni volta che imparo qualcosa di nuovo, questo spinge fuori le vecchie cose dal cervello. Ricordi quella volta che ho frequentato il corso per fare il vino in casa e ho dimenticato come guidare?». Oggi la scienza conferma questa sua intuizione: ripescare vecchi ricordi ci induce a dimenticarne altri simili correlati. Lo dimostrano i risultati di uno studio britannico pubblicato su Nature Neuroscience.
I ricercatori guidati dalla neuroscienziata Maria Wimber sono i primi ad aver osservato “in diretta” il famoso “effetto Homer Simpson” nel cervello. Per farlo, hanno sottoposto 24 volontari ad un test di memoria visiva diviso in due parti: nella prima fase, hanno mostrato ai partecipanti una serie di parole comuni, ciasuna delle quali era associata a due immagini (ad esempio la parola “sabbia” era legata all’immagine di un cappello e a quella di Marilyn Monroe); nella seconda fase dell’esperimento, invece, hanno chiesto a ciascun volontario di ricordare la prima immagine che gli veniva in mente riascoltando ciascuna di quelle parole. Grazie alla risonanza magnetica funzionale, i neuroscienziati hanno scoperto che la rievocazione di quella prima immagine scatenava un meccanismo inibitorio nel cervello che tendeva a cancellare il ricordo della seconda immagine. In questo modo, spiegano i neuroscienziati, il cervello vuole rinforzare la memoria delle informazioni più utili, eliminando l’interferenza dei ricordi inutili.