Il disturbo bipolare impatta notevolmente sulla qualità e quantità di vita: chi ne soffre sperimenta periodi di eccitazione (fase maniacale) e periodi di depressione (fase depressiva). Può insorgere in tutte le fasi della vita, più frequentemente in età giovanile, spesso non viene riconosciuto, è mal diagnosticato e non viene ben curato. Oltre 1,2 milioni di persone ne soffrono in Italia e senza marcate differenze tra maschi e femmine.
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Le cause
Non sono del tutto note. Recenti studi di neurobiologia hanno messo in luce l’esistenza di possibili alterazioni della struttura e delle funzioni cerebrali dovute a una riduzione delle normali connessioni tra l’area prefrontale della corteccia cerebrale e alcune strutture profonde appartenenti al sistema limbico, come l’amigdala. Studi condotti sulla familiarità indicano un grado di ereditarietà del disturbo bipolare: i figli con entrambi i genitori con diagnosi di disturbo bipolare mostrano un rischio 5,7 volte maggiore di svilupparlo rispetto a coloro con un solo genitore affetto. Rispetto alla popolazione generale il rischio appare essere 51,9 volte più elevato. Inoltre, un fattore di rischio significativo è quello dovuto al consumo di sostanze stupefacenti e di alcol, soprattutto durante le fasi dell’adolescenza e nella giovane età.
I sintomi
L’episodio maniacale è la manifestazione più eclatante del disturbo bipolare e lo caratterizza in maniera inconfondibile. Chi ne soffre manifesta umore euforico, accompagnato da disinibizione e da una peculiare apertura verso gli altri, alla ricerca di continui stimoli e attività sociali. Spesso presenta comportamenti di spesa irragionevole, di infedeltà coniugale anche con estranei, di ricerca di amicizie o di amori passati. Ma chi è in stato maniacale sembra non rendersene conto, si sente pieno di energia e si comporta in maniera spericolata, essendo sorretto da una spropositata fiducia in se stesso, non è mai stanco, dorme pochissime ore per notte. La spregiudicata fiducia in se stessi è anche il motivo per cui è difficile convincere chi è in fase maniacale ad assumere i farmaci necessari.
La diagnosi
La diagnosi dev’essere preferibilmente effettuata da uno psichiatra, che si può avvalere di test diagnostici e di indagini strumentali. Lo specialista deve prestare grande attenzione anche alla storia dei familiari del paziente e analizzare la presenza di disturbi del sonno o insonnia, eventuali attacchi di panico precoci, gravi disturbi d’ansia, dipendenze da sostanze e da gioco d’azzardo, iperattività.
Le terapie
Le terapie mediche si basano essenzialmente sull’impiego di farmaci stabilizzatori dell’umore, in particolare litio, acido valproico, carbamazepina, lamotrigina e antipsicotici atipici, come aripiprazolo e olanzapina. Ha dimostrata efficacia nella cura del disturbo bipolare anche la combinazione dei farmaci con alcune forme di psicoterapia, soprattutto nella fase di mantenimento, quando la fase acuta è stata superata e si deve cercare di evitare ricadute.
La qualità della vita
Possono esserci ripercussioni severe sia sulla vita familiare che su quella lavorativa, senza contare che quando la sintomatologia si fa particolarmente marcata è necessario ricorrere a un ricovero ospedaliero anche per prevenire eventuali tentativi di suicidio. L’abuso di sostanze e l’alcol assunto come binge drinking espongono a maggiori episodi maniacali, specialmente se il primo episodio è di natura depressiva.
Focus a cura di Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di salute mentale e neuroscienze all’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano e presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia.
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