Sempre più persone stanno sviluppando una vera e propria dipendenza da shopping. Insomma (quasi) tutti pazzi per gli acquisti, ma perché? Dopo le abbuffate di acquisti per il Black Friday e il Cyber Monday, tutto il mese di dicembre sarà dedicato da molti a comprare regali per sé e per gli altri in vista delle festività di fine anno.
La dipendenza da acquisti non è considerata una vera e propria dipendenza da psicologi e psichiatri, ma si tratta di un comportamento che può portare a conseguenze anche importanti. Qui puoi leggere come capire se anche tu sei shopaholic.
In questo articolo
Dipendenza da shopping: quali sono le conseguenze?
Il primo effetto è ovviamente sul lato economico. Troppo spesso, perdiamo il controllo e acquistiamo di più di quello che vorremmo. Molte volte siamo in ansia per gli acquisti che dobbiamo fare. Ansia che sparisce quando compriamo, per poi riapparire perché voglio fare ancora shopping.
Con lo shopping online la situazione peggiora
La situazione diventa meno gestibile con gli acquisti online. Un conto è dover uscire di casa, prendere la macchina o i mezzi, riempirsi di pacchetti, affrontare le file. Un altro è stare comodamente seduti a casa propria, schiacciare un paio di tasti e aspettare che i pacchi arrivino a casa.
Inoltre tutto ciò che vogliamo è a tre click da noi. Non abbiamo bisogno di andare in un grande centro commerciale o in una grande città. Gli algoritmi fanno il resto. La nostra permanenza sui social network e le nostre ricerche sui motori di ricerca come Google o Yahoo! ci profilano perfettamente.
Ed ecco che ci arrivano pubblicità e offerte che non possiamo rifiutare. La possibilità poi di registrare i propri metodi di pagamento ci fa perdere il conto dei soldi che stiamo spendendo. Una delle regole è che più velocemente si può pagare, meno tempo c’è per riflettere su se lo vuoi davvero o ne hai bisogno.
Dipendenza da shopping: cosa succede all’interno del nostro cervello?
Del resto non dovrebbe sorprenderci questa situazione. Dedicarsi allo shopping accende l’area della ricompensa del nostro cervello. È la stessa zona interessata dai piaceri della tavola, ma anche da pericolose dipendenze come stupefacenti e alcol. Quando attivata questa zona rilascia dopamina, considerata uno dei neurotrasmettitori del benessere. Secondo una ricerca la dipendenza da shopping è paragonabile al gambling, cioè al gioco d’azzardo.
Il ruolo delle aziende nel farci diventare dipendenti dagli acquisti
Non è un caso che le aziende investano sempre di più negli esperti di neuromarketing. Si tratta di una disciplina nata nel 2002, che applica le conoscenze della neuroscienza al marketing.
L’obiettivo è quello di analizzare i processi irrazionali del consumatore, che influiscono inconsapevolmente sulle decisioni di acquisto oppure sul maggiore o minore coinvolgimento emotivo nei confronti di un marchio o di un prodotto. Creano bisogni che in realtà i consumatori non hanno.