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Sopravvivere al Natale
Nel primo cinepanettone, Vacanze di Natale del 1983, Jerry Calà, al termine del pranzo del 25 dicembre, riassume in una battuta lo stato d’animo (quasi inconfessabile) di tante persone: «Anche questo Natale ce lo siamo levati dalle p…!». Secondo uno studio condotto dallo psicologo americano Tim Kasser e pubblicato sul Journal of Happiness Studies, addirittura per il 57% degli intervistati questa ricorrenza sarebbe fonte di stress. Ecco, allora, un decalogo per sopravvivere al Natale, superare indenni le festività e arrivare sani e salvi al 7 gennaio.
Non date peso alla tristezza
Non sentitevi a disagio per il vostro stato d’animo e non fatevene una colpa. Evitate anche di rimuginare troppo sul vostro malumore con pensieri catastrofici del tipo «tutto il mondo è felice, tranne me»: si tratta solo di un momento di sconforto, e passerà.
Ridimensionate le aspettative
Minimizzate le aspettative e pensate al Natale come a una ricorrenza normale e non come a un’occasione straordinaria. E non sentitevi frustrati se per il Capodanno non avete in programma un mega viaggio in una località esotica, ma solo una cena a casa dei soliti amici.
Nessuno è perfetto
Abbandonate l’idea della perfezione a tutti i costi e vedrete che anche l’ansia da prestazione si attenuerà. Se pretendete che i vostri addobbi lascino a bocca aperta gli ospiti, che il vostro abito faccia faville, che il menù sia ineguagliabile, è chiaro che sarete tese (o tesi) come corde di violino. Meglio invece smetterla di fare le wonder woman o i superman e chiedere ad esempio alla zia o a una cugina di preparare una portata o di dare una mano in cucina. Oltre a sgravarvi dalla fatica, ciò servirà anche a creare una piacevole atmosfera di scambio e di condivisione.
Modificate la routine
Provate a spezzare almeno un’abitudine. Non occorre rispettare alla lettera la tradizione: se, ad esempio, non avete voglia del solito interminabile pranzo, provate a proporre una passeggiata o una gita fuori porta; se non vi va il cenone della Vigilia, rilanciate con un semplice brindisi o con un dopocena di chiacchiere attorno al camino.
Selezionate i regali da fare
Fate i regali solo a chi vi sta a cuore. In pausa pranzo vi siete infilati di corsa in un negozio, prendendo il primo oggetto che vi è capitato a tiro, giusto perché vi sentite obbligati a fare un pensiero anche a quel lontano cugino che vedete solo una volta all’anno e a quel collega che per giunta è uno scaricabarile. A volte ci si trova “impigliati” in ciò che si deve fare e si perde di vista quello che si vorrebbe fare. Proprio perché i doni servono a esprimere affetto, vicinanza, gratitudine, non ha alcun senso farli per forza. Né spendere una fortuna, magari per la paura di fare brutte figure o di non essere all’altezza.
Declinate qualche invito
Saltate almeno un appuntamento per gli auguri. I colleghi vi sono antipatici? Con i compagni del liceo non avete più nulla da dire? Gli avventori della vostra palestra vi sembrano tutti dei palloni gonfiati? Declinate gentilmente l’invito a fare un brindisi con loro: il vostro umore ne guadagnerà.
Riorganizzate le vostre giornate
Organizzate le giornate diversamente. Questo periodo può diventare un incubo anche perché il coniuge è in ferie e i figli non vanno a scuola. Così ci si ritrova tutti a casa e il mix di tensione e noia rischia di diventare esplosivo, sfociando in inutili bisticci. Meglio allora programmare qualche attività divertente da fare insieme, come un pomeriggio sul lago, un film al cinema, una visita a una mostra. Sarà un modo per condividere momenti preziosi ritagliandosi il tempo che, nella fretta di tutti i giorni, non si ha a disposizione.
Sopravvivere al Natale: prendete una boccata d’aria
Staccate la spina dai parenti. Stare gomito a gomito per ore attorno alla tavola imbandita, esibendo il vostro miglior sorriso di circostanza, può mettere a dura prova anche chi parte con le più nobili intenzioni. Se vostro cognato vi sta ammorbando con una delle sue noiose disquisizioni, se la suocera ficcanaso vi sta tempestando di domande a raffica, se non sopportate più il chiasso dei bambini, prendetevi una piccola pausa dall’adunata familiare. Abbandonate per un quarto d’ora (o più) la sala con una scusa qualsiasi e uscite a prendere una boccata d’aria. Quando tornerete vi sembrerà tutto un po’ più sopportabile.
Mangiate con moderazione
Evitate di rimpinzarvi di antipasti con salse ipercaloriche, di fare il bis di tortellini, di alzare troppo il gomito, pensando «almeno mi sfogo così». Il cambio di alimentazione dovuto all’inevitabile susseguirsi di pranzi e cene contribuisce a una flessione dell’umore. Secondo recenti studi, ci sono diete che espongono di più al rischio di essere colpiti da forme, seppure lievi, di depressione. Sono quelle dove si esagera con gli alcolici, che dopo un iniziale effetto leggermente euforizzante risultano depressogeni. O quelle in cui abbondano le carni rosse, ricche di grassi saturi e monoinsaturi, che dopo una prima fase eccitatoria producono il risultato contrario. Senza contare che trangugiare tutto quel ben di Dio finirà per far alzare inevitabilmente l’ago della bilancia, abbassando proporzionalmente la vostra autostima. Certo ciò non significa tenere un rigido regime monacale, ma solo assaporare le leccornie senza eccessi. Anche dormire in modo regolare ha la sua importanza. Evitate di fare sistematicamente le ore piccole, con la scusa di brindisi e veglioni: è dimostrato che l’alterazione del consueto ritmo sonno-veglia provoca stanchezza e irritabilità, con conseguente effetto negativo sull’umore.
Sopravvivere al Natale: fate i bilanci in modo equilibrato
Vuoi perché il Natale ha cadenza ciclica, vuoi perché la fine dell’anno si avvicina, fatto sta che sono queste le giornate in cui si tirano le somme. Fare il punto della situazione a volte può lasciare l’amaro in bocca perché spesso si tende a mettere in evidenza ciò che non si è riusciti a ottenere, invece di spostare l’attenzione su quello che si è fatto e sugli obiettivi raggiunti. Il consiglio è sforzarsi di vedere il bicchiere mezzo pieno, senza farsi sopraffare da rimorsi e rimpianti, ma cercando piuttosto di trarre insegnamento dalle esperienze negative.
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