Beatrice ha iniziato a farne uso a 15 anni per fuggire da una famiglia complicata, Simone l’ha provata per «gioco» e non è più riuscito a farne a meno, Pietro l’ha scoperta in un momento di fragilità e si è ritrovato schiacciato da un demone più grande di lui. La cocaina è entrata nelle vite di queste tre persone (ma non solo: si stima infatti che i consumatori di questa sostanza nel mondo siano più di 22 milioni) a causa di scelte, incontri e stimoli diversi ma le ha condotte sulla medesima strada, quella della dipendenza, dalla quale hanno tentato più volte di scappare senza successo.
Oggi chi entra nel tunnel della polvere bianca ha un’arma innovativa per uscirne: la Stimolazione magnetica transcranica (TMS), una tecnica di stimolazione cerebrale non invasiva in grado di ripristinare il normale funzionamento di alcuni circuiti cerebrali alterati dalla cocaina e di sopprimere il desiderio di assumerla.
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La Stimolazione magnetica transcranica nasce dall’optogenetica
L’idea di applicare questa metodologia, che da trent’anni viene utilizzata per il trattamento della depressione farmacoresistente, sui pazienti dipendenti da cocaina è di Luigi Gallimberti, medico specializzato in psichiatria e tossicologia, docente presso l’Università di Padova e autore di La Fabbrica della luce (Rizzoli/BUR). «Nel 2013 lessi una ricerca realizzata dal National Institute on Drug Addiction (NIDA) di Bethesda, negli Stati Uniti, che dimostrava la possibilità di interrompere la smodata ricerca di cocaina nei ratti resi dipendenti dalla sostanza con una nuova e rivoluzionaria tecnica, chiamata optogenetica» interviene Gallimberti.
«Questa metodologia prevedeva di inoculare dei virus, privati della loro componente patogena, nell’animale. Questi agenti, che contenevano frammenti di Dna in grado di colpire con assoluta precisione solamente i neuroni dopaminergici danneggiati dall’uso della cocaina, li attivavano mediante un raggio di luce, veicolato da una fibra ottica inserita nel cervello del ratto. In questo modo il ricercatore poteva stimolare solamente il sistema cerebrale della gratificazione (dopaminergico), riattivando i neuroni “spenti” da un uso eccessivo della sostanza. I ratti, che prima dello studio riuscivano ad assumere cocaina anche 2000 volte in un’ora, perdevano totalmente l’interesse verso la sostanza. Di fronte a questi risultati pensai che questo studio avrebbe aperto una nuova strada nel faticoso percorso di guarigione dei miei pazienti e che avrei cercato di replicare negli essere umani ciò che era stato realizzato nel ratto».
Con la Stimolazione magnetica transcranica si sopprime la voglia di cocaina
L’optogenetica, tuttavia, è una tecnica invasiva, non autorizzata nella sperimentazione umana. Fortunatamente esistono altre metodologie di stimolazione cerebrale che possono essere tranquillamente usate nell’uomo. Una di queste è la Stimolazione magnetica transcranica, in grado di riprodurre risultati del tutto simili a quelli ottenuti sul ratto: di qui l’idea del professor Gallimberti di applicare questo metodo sui suoi pazienti dipendenti da cocaina.
«La TMS è un dispositivo che emette campi magnetici a frequenze e intensità stabilite dal medico, in grado di stimolare le cellule nervose dell’intera corteccia appoggiando la sonda su un’area ristretta di circa 2 centimetri, area denominata corteccia dorsolaterale prefrontale (DLPFC) (si veda figura qui sotto). Quando i campi magnetici raggiungono il circuito cerebrale della gratificazione, i neuroni di quel circuito si “riaccendono”, ripristinando il normale funzionamento dell’intero sistema e sopprimendo la voglia compulsiva (craving) di assumere nuovamente la sostanza» conferma il tossicologo. Gli studi condotti negli ultimi anni dal team del prof. Gallimberti sull’efficacia della Stimolazione magnetica transcranica nel trattamento della dipendenza da cocaina ne sono stati una conferma.
Come funziona il trattamento e quanto dura
Il medico individua l’area corticale prefrontale dorsolaterale sinistra, localizzata grosso modo all’altezza della tempia, e vi posiziona sopra la sonda, chiamata coil. Dopo aver determinato intensità e durata della stimolazione, il trattamento può iniziare. «Il dispositivo eroga campi magnetici della frequenza di 15 hertz ogni 2-3 secondi, per un totale di 12 minuti e 8 secondi. Terminata la seduta, si attende mezz’ora e se ne fa subito una seconda. Stando all’attuale protocollo, il trattamento si esegue per 5 giorni consecutivi, poi una volta a settimana per altre 11 settimane e poi 2 volte al mese per altre 11 settimane. Un totale di 6 mesi, dopo i quali si conclude il ciclo di terapia con TMS» spiega Gallimberti.
In uno studio pubblicato dal team del professore nel 2020 e condotto nell’arco di 2 anni e 8 mesi su 284 pazienti trattati con TMS è emerso che i risultati persistono anche ben oltre la conclusione del trattamento, in sostanziale assenza di effetti collaterali significativi. Gli unici criteri di esclusione sono la presenza di epilessia e di pacemaker. Le modificazioni neuroplastiche indotte nel cervello grazie alla TMS, con i seguenti cambiamenti che questo produce sulla mente, finiscono per ricreare un nuovo equilibrio che rimane in piedi da solo senza più necessità di stimolazione.
I pazienti non sentono più il desiderio di assumere cocaina e si sentono meglio a livello psicologico
I pazienti trattati con il metodo messo a punto da Gallimberti riferiscono non solo di sentire svanire, già dopo i primi giorni di stimolazione, il desiderio a riutilizzare la cocaina ma anche di percepire una maggiore consapevolezza e lucidità di pensiero. «Non abbiamo osservato una correlazione tra il tempo di utilizzo della sostanza e quello di estinzione del craving: un paziente che ne fa uso da 20 anni e uno che la assume da qualche mese smettono indicativamente nelle medesime tempistiche» aggiunge il professore. «I risultati si ottengono in periodi piuttosto brevi, poi ci serve del tempo per consolidarli e per prenderci carico dei cambiamenti che il cervello produce sulla mente, e quindi sugli atteggiamenti personali, dopo la disintossicazione. La gestione degli aspetti psicologici, oltre che di quelli neurologici, è un aspetto fondamentale e il nostro team è preparato anche per prendere in mano queste situazioni» conferma Gallimberti.
La Stimolazione magnetica transcranica è indolore e priva di effetti collaterali
Quello della TMS è un metodo assolutamente innovativo e promettente per contrastare la piaga della dipendenza da cocaina ma ancora poco dibattuto. «Purtroppo in Italia si paragona tutto ciò che ha a che fare con le stimolazioni magnetiche con l’elettroshock, del quale si ha giustamente paura. Le cariche elettriche attivate dalla TMS sono di intensità simile a quelle di una batteria di un orologio da polso, mentre quelle dell’elettroshock sono invece di centinaia di Volts. Al suo avvento, la TMS è stata guardata con sospetto, ma ora la situazione sta cambiando. Alcuni Serd italiani e centri privati hanno acquistato l’attrezzatura, anche se essa, come peraltro quella per il trattamento della depressione, non è inserita come presidio medico nel Servizio sanitario nazionale, pur essendo tali dispositivi molto meno costosi di alcune procedure da anni utilizzate nelle strutture pubbliche» conclude il professore.
Per aiutare i professionisti dei Serd ed altri a utilizzare la TMS la Fondazione Novella Fronda, fondata e presieduta da Gallimberti e recentemente riconosciuta quale Ente di Ricerca dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur), ha realizzato nel settembre scorso, a titolo gratuito, un Webinar rivolto a tutti i professionisti desiderosi di imparare l’utilizzo della metodica. Tale corso ha riscosso notevole interesse e ha dato lo spunto al team della Fondazione di scrivere un nuovo libro su questo appassionante argomento, intitolato Viaggiare tra mente e cervello. TMS e addiction. La pubblicazione è prevista entro la fine dell’anno.
La TMS riceve l’approvazione CE per il trattamento delle dipendenze
Il prof. Gallimberti e il suo team di ricerca tagliano un traguardo importantissimo. Nel 2021, infatti, la Stimolazione Magnetica Transcranica è stata riconosciuta come una terapia sicura ed efficace per il trattamento delle dipendenze da psicostimolanti (cocaina), ricevendo dalle autorità europee l’indicazione d’uso e l’approvazione CE. Lo studio citato poco sopra, condotto nell’arco di 2 anni e 8 mesi su 284 pazienti trattati con TMS, si è rivelato fondamentale nel procedimento che ha portato le istituzioni a rilasciare il marchio CE, che imprimerà una svolta storica nella cura delle dipendenze a livello nazionale e internazionale.