Vi piacerebbe poter “leggere nel pensiero” di un perfetto sconosciuto per capire se sa suonare uno strumento musicale? Sappiate che il vostro sogno è diventato realtà. I ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca hanno infatti scoperto che ogni strumento musicale genera una “impronta” unica nel cervello di chi lo suona: basta quindi analizzare le onde che esprimono la sua attività cerebrale per capire se suona uno strumento e quale.
Loro stessi lo hanno verificato mettendo a confronto dieci giovani musicisti del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano con altrettanti studenti universitari a digiuno di musica.
Ogni volontario è stato isolato in una cabina schermata acusticamente per visualizzare 180 video nei quali venivano eseguite una o due note con violini e clarinetti. Dalle reazioni a questi stimoli sensoriali, è emerso che il timbro dello strumento musicale attiva la corteccia cerebrale in un modo che varia con l’esperienza musicale della persona. Il livello di impegno della corteccia prefrontale si è rivelato molto più elevato nei non-musicisti e meno intenso nei musicisti che suonano ogni giorno lo strumento ascoltato, mentre gli altri strumentisti hanno rivelato un grado di attività intermedio.
In parole più semplici, quando si ascolta il suono di un violino, la corteccia prefrontale di un violinista deve “impegnarsi” relativamente poco, quella di un altro musicista leggermente di più mentre quella di un non-musicista deve sforzarsi ancora di più.
Questo accade perché la corteccia prefrontale del cervello, che codifica i nuovi stimoli, si relaziona con stimoli già codificati, integrandoli con le conoscenze pregresse. Studiando la sua attività è quindi possibile capire se il cervello ha già “incontrato” una determinata informazione e se ciò sia accaduto con frequenza.
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