È una parte del cervello, l’organo più importante del sistema nervoso centrale, posizionata tra le tempie. L’amigdala deve il suo nome alla sua forma. Amygdalé in greco significa appunto mandorla. Ha un ruolo molto importante nella risposta alle emozioni, compresa la paura, agli odori, al comportamento e alla memoria. È leggermente più grande negli uomini.
Il principale destinatario delle sensazioni che raggiungono l’amigdala è il complesso basolaterale, che riceve informazioni che provengono da due fonti: i nuclei sensoriali del talamo e le aree sensoriali primarie della corteccia cerebrale.
È formata da nuclei nervosi, che sono fitti raggruppamento di corpi di neuroni, ognuno dei quali ha una funzione specifica:
- il nucleo corticale e il nucleo mediale, che ricevono informazioni dal sistema olfattivo;
- il nucleo centrale, che riceve ed elabora le informazioni relative al dolore. Collabora con
- il tronco encefalico alla regolazione dei comportamenti innati e con l’ipotalamo alle risposte emotive;
- il nucleo delle cellule intercalate dell’amigdala, che stimola le risposte dei primi due nuclei.
Quali sono le sue funzioni?
Le sue funzioni sono determinanti per la nostra sopravvivenza. Gioca infatti un ruolo cruciale nella formazione dei ricordi legati alle emozioni, come momenti di sofferenza e traumi, ma soprattutto alla paura, che ci permette di apprendere come comportarci attraverso l’esperienza. È qui che si formerebbe l’istinto di sopravvivenza.
Il suo ruolo è determinante nell’elaborazione di tutte le emozioni, non solo della paura, ma anche del piacere, della tristezza, dell’aggressività, della contentezza, dell’eccitazione. Quando viviamo un’emozione l’amigdala stimola il rilascio degli ormoni dello stress, l’aumento del battito cardiaco e della respirazione, oltre a quello della pressione e della sudorazione.
L’amigdala gioca un ruolo importante nell’interpretazione dello sguardo di un’altra persona. È in grado di valutare l’ampiezza della sclera, cioè la parte bianca degli occhi. L’amigdala reagisce più intensamente a uno sguardo spaventato rispetto a uno sguardo felice. Nel primo caso infatti la sclera è più grande.
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