Cibo, attività fisica e ‘allenamento’ mentale: ecco i tre ingredienti per nutrire il cervello e prevenire la perdita cognitiva associata all’invecchiamento. Dal 16 al 22 marzo si aprono le porte della neurologia con la Brain Awareness Week, settimana di consapevolezza dedicata alla salute del cervello, promossa a livello internazionale dalla Dana Alliance for the Brain europea e statunitense e a cui aderiscono numerosi centri, enti, associazioni in oltre 82 Paesi. In linea con i temi di Expo Milano 2015, quest’anno la campagna è dedicata al ruolo cruciale della nutrizione per proteggere il cervello dall’insorgenza di disturbi cognitivi e demenze.
«Il ruolo della prevenzione è cruciale nel caso delle malattie neurodegenerative», sostiene Aldo Quattrone, presidente della Società Italiana di Neurologia che dal 2010 aderisce all’iniziativa mondiale. «In ambito neurologico la prevenzione passa in primo luogo attraverso un corretto nutrimento del cervello, da intendersi tanto in senso stretto, come accorta e sana alimentazione, quanto in senso più ampio, come esercizio fisico e allenamento intellettuale, entrambe buone pratiche per prevenire l’invecchiamento cerebrale».
Se fino a qualche anno fa, infatti, la genetica sembrava tenere le fila della cosiddetta riserva cognitiva, oggi è evidente che alcuni fattori possono incidere significativamente sul buon funzionamento dei neuroni e della vascolarizzazione del cervello. A partire dalla tavola: la carenza di determinati macronutrienti e micronutrienti, tra cui soprattutto vitamine del gruppo B e proteine, può provocare danni a carico delle strutture nervose ed è dimostrato che la carenza di vitamina B12 determini sia un aumento dei livelli plasmatici di omocisteina, sostanza associata all’incremento del rischio di demenza e di malattie cerebro-vascolari, sia un aumento dei livelli di S-adenosil-metionina, che favorisce l’insorgenza di disturbi di tipo mielopatico e neuropatico. Alcuni alimenti, al contrario, possono svolgere un effetto protettivo sulle strutture cerebrali: basti pensare alla dieta mediterranea che ricca di omega-3, fibre, vitamina B6 e B12, calcio, potassio è capofila nella prevenzione dell’ictus insieme a un regime alimentare iposodico. A nutrire il cervello, sottolineano gli esperti, sono anche le attività quotidiane, le relazioni sociali e affettive, l’istruzione e il lavoro che riescono a tenere la mente allenata nel corso della vita, in prevenzione al declino cognitivo.
Durante tutta la settimana si svolgeranno numerosi dibattiti, conferenze ed eventi di educazione e sensibilizzazione. Sul sito neuro.it tutte le iniziative della SIN.
16/03/2015