Il dibattito sulle nuove tecnologie, in particolare sul loro corretto utilizzo e sul rischio dipendenza, è sempre aperto. Soprattutto quando riguarda gli adolescenti. L’innovazione tecnologica, infatti, sta modificando il modo di pensare, parlare e relazionarsi dei nativi digitali. Il punto è che ormai non si può vivere senza smartphone, tablet e computer ma non si deve neanche diventarne schiavi. Bisogna ricreare quei momenti veri di socializzazione offline.
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Dipendenza da cellulare: quando scatta?
Quando l’uso del cellulare si trasforma in dipendenza? «Quando influenza le dinamiche relazionali», interviene Giuseppe Lavenia, psicologo, psicoterapeuta e autore di Mio figlio non riesce a stare senza smartphone, edito da GiuntiEdu. «In questo caso i più a rischio sono gli adolescenti, che ancora non hanno una propria identità e se ne formano una virtuale, parallela a quella reale. Le nuove tecnologie, soprattutto le app e i social network, sono stati studiati “a tavolino” da società di marketing proprio con l’intento di creare abitudine. In realtà si fondano sul controllo dell’altro, su quel voyeurismo che è innato nell’essere umano. Quando si tratta di un adolescente, però, può creare insicurezza e depressione. Il problema si verifica quando lo smartphone o il pc vengono utilizzati come appendice del corpo, quando ci si relaziona tramite essi, quando per il soggetto è normale stare “connessi” anche 10 ore al giorno».
Come capire se c’è una dipendenza da cellulare
La Società italiana di pediatria ha spiegato quali sono i sei comportamenti che ci fanno capire che l’utilizzo dello smartphone sta diventando rischioso.
- Difficoltà a resistere all’impulso di utilizzare lo smartphone
- Irritabilità e ansia durante un periodo di astinenza da smartphone
- Uso dello smartphone per un periodo più lungo di quanto vorresti
- Desiderio persistente e/o tentativi falliti di abbandonare o ridurre l’uso dello smartphone
- Incapacità a staccarsi dallo smartphone
- Uso eccessivo e prolungato degli smartphone nonostante la conoscenza di un problema fisico o psicologico causato dall’iperconnessione.
Quali sono le conseguenze fisiche e psicologiche?
L’attaccamento morboso ai dispositivi digitali può avere delle ripercussioni a livello fisico e psicologico. La Società italiana di pediatria ne ha individuate dieci.
- Aumento o perdita di peso, mal di testa e mal di schiena
- Disturbi visivi o problemi agli occhi
- Modifiche nei ritmi del sonno
- Scarsa igiene personale
- Connessione online che sostituisce i rapporti dal vivo
- Mancanza di interessi nelle attività della vita quotidiana
- Incapacità di parlare di cose diverse da quelle che si vedono in internet
- Scarsi risultati scolastici o al lavoro
- Sintomi da astinenza quando il dispositivo è inaccessibile
- Controllo compulsivo delle informazioni online.
Come si interviene?
«Tutto parte dalla famiglia, dai genitori che dovrebbero ritrovare il proprio ruolo. Devono imparare a condividere la vita vera con i propri figli, le emozioni, lo stare insieme. Devono domandare: come posso aiutarti? Gli adulti si devono interessare alle nuove tecnologie, devono capire come funzionano per poter comunicare con i propri figli e capire il mondo nel quale vivono, ma devono anche diventare intimi al di fuori di esse, e costruire una relazione. Spesso sono propri i genitori a utilizzare la tecnologia per ridurre il contatto sociale: al ristorante si mette il figlio davanti al cellulare a giocare così non si annoia e non disturba. La terapia consigliata è quella psicologica, sia individuale sia familiare, perché il problema non è il ragazzo, ma il contesto in cui vive» conclude Lavenia.