Gli adolescenti sono la categoria più a rischio di diventare dipendenti dalle nuove tecnologie. Anche la sessualità non è al riparo dall’influenza dei social e della rete e tra i giovani il fenomeno della pornografia virtuale è in pericolosa crescita. Quali sono le conseguenze e soprattutto come accorgersi se il proprio figlio ha sviluppato una dipendenza?
Abbiamo approfondito l’argomento con Giuseppe Valerio Mavilia, psicologo-psicoterapeuta, neuropsicologo, pedagogista. È docente al Master DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) presso la Facoltà di Scienze della Formazione di Torino (puoi chiedergli un consulto qui).
Pornografia virtuale: che cosa è?
Tra le varie forme di dipendenza, la più emergente nei giovani è quella relativa all’uso delle nuove tecnologie che permette il contatto con i social network e con dei motori di ricerca che forniscono servizi legati alla pornografia. È un fenomeno in crescita tra gli adolescenti, di cui ci si occupa ora anche a livello di ricerca universitaria, anche perché che riguarda una fascia di età delicata.
La pornografia è sempre esistita, il risvolto nuovo è che quella virtuale, approcciata in giovane età, preclude il soggetto dall’esposizione alla vita reale anche in quel campo. Nelle ricerche condotte, i maschi sono lievemente più coinvolti e gli aspetti più cronici di questo fenomeno si registrano tra i 18 e i 24 anni. Le ricerche americane si attestano intorno all’80 per cento di adolescenti che fanno ricorso alla pornografia virtuale, almeno una volta al mese.
Questo fenomeno nell’adolescente che ha una personalità in formazione genera un’idea artefatta della sessualità, un’idea lontana di quelle che possono essere le relazioni tra persone, non solo sessuali ma anche affettive.
Quest’abitudine virtuale chiude a fenomeni, come ad esempio la socializzazione, che sono necessari per il passaggio dall’adolescenza alla vita adulta.
Quali sono i canali che forniscono pornografia virtuale?
L’adolescente diventa fruitore di pornografia virtuale attraverso un supporto tecnologico come pc, cellulare o tablet dove può facilmente collegarsi a siti di società che forniscono materiale pornografici. L’altro canale è legato alle chat. In rete gli individui si contattano e iniziano a fare giochi sessuali molto spesso finalizzati alla masturbazione piuttosto che a fantasie reciproce e giochi di ruolo.
Il fenomeno nuovo che si sta osservando è che la differenziazione tra eroi sessuali si sta un po’ perdendo. Questo non significa l’emergere di un’omosessualità latente, ma si entra in un gioco in cui la sessualità diventa una sorta di rule playing: gli individui entrano ed escono dalle posizioni, anche relative alla propria identità sessuale, solo contestualmente a quel momento che vivono.
Questo gioco sessuale porta a un vero e proprio problema di formazione d’identità e alla formazione di una sessualità “quasi fluida”, che esclude qualunque tipo di affettività e che viene cercata e giocata dai soggetti con dei ruoli che sono delle prestazioni variabili. Questo comporta un ulteriore scollamento e non solidità del senso dell’identità, perché non ha a che fare con la manifestazione di affettività, ma è semplicemente l’attuazione di un gioco.
I modelli proposti dalle società che forniscono prodotti pornografici in rete chiaramente sono esasperati, sia per il modo di porsi sia per la fisicità, e trovano poco riscontro nella realtà. Un adulto è consapevole di questo, negli adolescenti invece il confronto con questi modelli diventa un ulteriore aspetto di penalizzazione perché il giovane non riesce a riconoscere se stesso come sufficientemente capace, dotato e all’altezza della situazione.
Quali sono le conseguenze?
Principalmente a livello caratteriale si forma una chiusura verso il mondo esterno, perché in queste dimensioni esplorate virtualmente viene meno anche la curiosità del confronto e della relazione. L’individuo si chiude in questo vissuto e non desidera provare altro. Caratterialmente causa introversione. La personalità invece è come se subisse un arresto evolutivo, per cui l’individuo non esplora nuove parti di se stesso.
Tra le conseguenze si ha anche una riduzione del desiderio, perché i soggetti lo sostituiscono con le immagini; questo è un processo molto pericoloso perché non desiderare più non è legato soltanto alla sfera sessuale, ma si estende anche alla vita affettiva, lavorativa e di studio. Dal punto di vista organico questo tipo di stimolazione virtuale molto forte aumenta la disfunzionalità legata alle eiaculazioni precoci, che nel maschio adulto è un fenomeno problematico.
Come ci si deve comportare in famiglia?
L’osservazione da parte dei genitori è molto importante, specialmente al giorno d’oggi dove alcuni temi sono stati sdoganati. È fondamentale il dialogo, parlare con i propri figli, anche di questi aspetti legati alla sessualità, all’affettività, al modo di vivere le relazioni sentimentali. Questo tipo di realtà porta a una chiusura, quindi bisogna porre attenzione ai cambiamenti del comportamento dei propri figli. Nei soggetti dipendenti da pornografia virtuale si evidenzia un’assenza di relazioni giovanili. In famiglia bisogna cercare di recuperare i rapporti e nel caso ci si accorga che il proprio figlio fa uso continuo di pornografia virtuale, consultare uno specialista che si occupi di adolescenza.
Eliana Canova
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