Capacità di apprendimento e internet. Da anni il mondo scientifico si interroga sul rapporto che esiste tra lo studio e l’uso, o meglio l’abuso, della Rete. La prima seria analisi è stata fatta in occasione dei 30 anni di Internet nel 2014.
L’attenzione si è sempre più concentrata sui giovani, che sono i principali utilizzatori di Internet. Si è indagato soprattutto sulla dipendenza da web e sulle sue conseguenze. Una ricerca dell’Università di Waterloo in Belgio aveva già investigato anche sugli effetti di internet sulle nostre capacità di apprendimento. Lo studio era arrivato alla conclusione che l’eccessivo uso della Rete ci rendesse insicuri delle nostre conoscenze.
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Capacità di apprendimento e internet: le università di Milano e Swansea indagano
Ora una nuova ricerca dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con quella di Swansea in Gran Bretagna, è tornata a indagare sul rapporto tra capacità di apprendimento e internet. Lo studio è arrivato alla conclusione che gli studenti che abusano del web sono meno motivati e più ansiosi. Le conseguenze sono rese più gravi anche dal senso di solitudine che può colpire chi naviga troppo spesso in Rete. Lo studio che analizza questi effetti è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Computer Assisted Learning.
Capacità di apprendimento e internet: la ricerca
I ricercatori in forza ai due atenei hanno analizzato i dati di 285 studenti che frequentavano corsi di laurea di ambito sanitario. I partecipanti sono stati valutati su come usavano le tecnologie digitali, sulla loro capacità di apprendimento, la motivazione, ma anche sulle sensazioni di ansia e solitudine.
I risultati dello studio italo-inglese
Dall’analisi delle informazioni raccolti, lo studio ha dimostrato un legame negativo tra dipendenza da Internet e motivazione.
Uno partecipante su quattro ai test ha dichiarato di trascorrere più di quattro ore al giorno online. Il 75% ha invece affermato che passa davanti allo schermo da una a tre ore al giorno. Gli studenti vanno su Internet soprattutto per i social network (40%) e la ricerca di informazioni (30%).
Gli studenti che sono risultati con una forte dipendenza da Internet hanno ammesso di avere maggiori difficoltà a organizzare lo studio in modo produttivo. Inoltre hanno riconosciuto di essere più preoccupati per gli esami. La loro situazione di dipendenza è anche associata a un senso di solitudine che renderebbe ancora più difficile studiare. In pratica il cane che si morde la coda. La solitudine infatti incide sulla percezione della propria vita in università, con la conseguenza che studiare risulta ancora più complicato. La minore interazione sociale legata alla dipendenza da Internet acuisce il senso di solitudine e di conseguenza riduce la motivazione a impegnarsi in un ambiente caratterizzato da un forte coinvolgimento sociale come quello accademico.
Il parere degli esperti
Roberto Truzoli dell’Università Statale di Milano spiega: «La dipendenza da Internet compromette una serie di capacità come il controllo degli impulsi, la pianificazione e la sensibilità alla ricompensa. Tali lacune potrebbero rendere più difficile lo studio». Così Roberto Truzoli, professore associato di psicologia clinica all’Università degli Studi di Milano.
Il suo collega dell’Università di Swansea Phil Reed si concentra invece sui risultati scolastici. «Lo studio suggerisce che gli studenti con una forte dipendenza da Internet potrebbero essere a rischio di demotivazione e quindi di prestazioni inferiori». «Il processo di digitalizzazione dei nostri atenei – aggiunge Reed – non può prescindere da una valutazione dei possibili esiti. È una strategia che presenta opportunità, ma anche rischi non ancora pienamente riconosciuti».
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