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Inside Out 2: 10 insegnamenti sull’ansia

Il film offre una lente attraverso cui osservare il funzionamento della mente umana, in particolare su un'emozione complessa, che spesso causa problemi di salute mentale

Con l’introduzione di nuovi personaggi, l’atteso sequel di Inside Out ha riacceso l’interesse per il mondo delle emozioni. Il nuovo capitolo del film d’animazione Pixar non solo continua a esplorare l’affascinante mondo che vive nella nostra mente, ma introduce anche nuove sfumature e complessità, in particolare riguardo all’ansia.

Ci offre così una lente empatica e istruttiva attraverso cui osservare il funzionamento interno della mente umana: ecco 10 preziose lezioni che il film ci regala, insegnandoci – anche – a gestire meglio la nostra sfera emotiva.

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L’ansia non si sperimenta (solo) a partire dall’adolescenza

Ansia è un’emozione fisiologica non evitabile che fa parte dell’essere umano con diverse intensità. «In Inside Out 2 arriva con l’età adolescenziale, in realtà anche i bambini la possono sperimentare in età prescolare o scolare con sintomi che vanno dall’insonnia al mal di pancia», afferma Emma Guardi, psicologa, specializzata in psicoterapia della Gestalt. Quello che è corretto è che con la pubertà la consolle con le emozioni si allarga, diventa più complessa e difficile da gestire.

Inside Out 2: perché Ansia è di colore arancione?

Gli sceneggiatori di Inside Out 2 hanno coinvolto lo psicologo statunitense Paul Ekman per la fisionomia e i movimenti delle varie emozioni. Ansia si caratterizza per:

  • Occhi sbarrati: indicano uno stato di costante allerta su potenziali pericoli o minacce.
  • Colore arancione: potrebbe rappresentare energia e attivazione, posizionandosi a metà tra il rosso di Rabbia e il giallo di Gioia.

L’ansia ha anche un ruolo positivo

Nel film di animazione il ruolo di Ansia è quello di proteggere Riley dal trovarsi da sola. «Da una parte quindi è una spinta positiva, quella che ci fa attivare a dare il meglio di noi in una disciplina o nelle relazioni», continua l’esperta che aggiunge «il problema sorge quando vuole prendere il sopravvento».

Si hanno delle avvisaglie quando la ragazzina inizia ad avere pensieri intrusivi e il sonno disturbato. «Nel momento in cui l’emozione arancione prende il controllo della consolle, in realtà lo perde fino a rimanere bloccata in un vortice che genera i sintomi fisici importanti». Il risultato? La ragazzina si sente sopraffatta dalla pressione, dalle aspettative e dall’overthinking.

L’attacco di ansia può avere strascichi di paura e di disagio forte

«L’attacco di ansia è descritto realisticamente, soprattutto in quella rapida escalation di sensazioni, che vanno dal batticuore alle frasi negative ripetute nel cervello, dalla mancanza d’aria al conflitto interiore che sembra perforarle il petto». Così continua l’esperta che assolve la Pixar sulla risoluzione forse un po’ troppo affrettata dal picco di ansia, dettata dai tempi tecnici del film.

«Oltre alla gestione dei sintomi fisici, la protagonista arriva in pochi istanti a un’integrazione e al ritrovamento di un’identità del proprio sé come se avesse fatto un percorso di psicoterapia». Ricordiamo, inoltre, che l’attacco di ansia può avere strascichi di paura e di disagio forte e può essere necessario un percorso personale per uscirne completamente.

Inside Out 2: come affrontare l’attacco di ansia

La protagonista torna ad avere il controllo delle sue emozioni solo quando le emozioni stesse mollano la presa su di lei. Non sta ad Ansia e tantomeno a Gioia, decidere chi è Riley, loro possono solo abbracciare quell’intreccio ingarbugliato che la rende la persona che è, nel bene e nel male.

«Nella realtà prima di arrivare a questa consapevolezza si devono placare i disagi fisici dell’attacco di ansia che portano l’energia verso il volto, il cuore e i polmoni (parte alta del corpo) cercando di farla defluire verso il basso (piedi)». Come? Con tecniche di respirazione, per esempio, che calmano il battito e il respiro affannoso.

La gestione delle emozioni è più complessa nell’adolescenza

Durante l’adolescenza, il controllo delle emozioni diventa complesso. «Nell’infanzia i bambini sono dipendenti dagli adulti, che fungono da coregolatori delle loro emozioni, fornendo loro un supporto continuo».

Con la crescita e lo sviluppo, si va incontro a un’ondata di cambiamenti ormonali, che prima di tutto causano cambi repentini degli stati emotivi. «Un’altra complicazione nella gestione delle emozioni durante l’adolescenza deriva dal conflitto interno tra il bisogno di autonomia e il desiderio di rimanere attaccati alla famiglia. Da un lato, gli adolescenti sentono una spinta naturale verso l’indipendenza, dall’altro continuano ad aver bisogno della vicinanza genitoriale».

Inside Out 2: Ansia e Tristezza non sono “negative”

«Molti pensano che Tristezza e Ansia siano le emozioni disturbanti che quando cercando di farsi spazio diventano “negative”», afferma la psicologa Guardi che avverte «anche Gioia commette degli errori. Nel primo capitolo vuole evitare che Tristezza tocchi i pulsanti, mentre nel secondo addirittura allontana i ricordi negativi nel dimenticatoio dell’inconscio».

Questo errore porta a conseguenze negative, dimostrando che ogni emozione e ogni sfaccettatura del proprio carattere vadano accettate e abbiano un ruolo essenziale attraverso un sano dialogo interno.

Ansia non viene allontanata dalle altre emozioni

In Inside Out 2 Ansia non viene allontanata dalla consolle dalle altre emozioni, ma viene gestita e calmata. A un certo punto viene messa a sedere sulla poltrona con una tisana, per sottolineare l’importanza di accettare tutte le emozioni, anche quelle considerate “negative.”

«Questo approccio riflette una visione equilibrata e matura, dove Ansia è riconosciuta non come un intralcio da eliminare, ma come una parte vitale del sistema emotivo che può essere gestita in modo sano».

Crescendo è davvero più difficile provare Gioia?

La frase del film Inside Out 2 «Forse è quello che succede con la crescita. Forse crescendo si affievolisce la gioia. E fa male», riflette il passaggio all’età adulta. Nel film, quando inquadrano la console dei genitori della protagonista, si nota che le emozioni predominanti negli adulti sono spesso Rabbia e Disgusto.

Mentre gli adolescenti vivono nel presente e sperimentano le emozioni in modo più immediato, gli adulti devono gestire lavoro e famiglia, soffocando la spontaneità della gioia. «Attenzione, Gioia non scompare con la crescita, ma richiede uno sforzo attivo per essere coltivata. Gli adulti devono quindi trovare modi per riconnettersi con lei, trovando un equilibrio fra la fatica delle responsabilità e la leggerezza della gioia».

Cosa significa la clip dopo i titoli di coda del film

Dopo i titoli di coda, viene svelato il segreto che fa provare vergogna a Riley: un buco nel tappeto. Secondo alcuni il significato è quello di mostrare come gli adolescenti a volte si vergognino per cose insignificanti.

Gioia, infatti, risponde con la battuta: «Pensavo che ti riferissi alla pipì fatta in piscina. Per altri il buco nel tappeto potrebbe simboleggiare un tentativo della ragazzina di nascondere un comportamento più serio, come aver provato a fumare», conclude Emma Guardi. Tipico di molti preadolescenti.

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Simona Cortopassi

Classe 1980, è una giornalista iscritta all’Ordine regionale della Lombardia. Toscana d’origine, vive a Milano e collabora per testate nazionali, cartacee e web, scrivendo in particolare di salute e alimentazione. Ha un blog dedicato al mondo del sonno (www.thegoodnighter.com) che ha il fine di portare consapevolezza sull’insonnia.
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