Il rapporto tra gentilezza e salute sta attirando molta attenzione anche nel mondo scientifico. Negli Stati Uniti c’è addirittura un movimento che si chiama RAKtivist, abbreviazione di Random Acts of Kindness activist, che in italiano significa più o meno attivista del praticare gentilezza a casaccio. Questa frase è attribuita alla pacifista americana Anne Herbert.
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Gentilezza e salute: gli effetti sul cervello
Bisogna innanzitutto capire cosa si intenda per gentilezza. Significa mettere il benessere degli altri prima del nostro, senza aspettarsi nulla in cambio. Già questo atteggiamento è capace di attivare la reward area del cervello, la zona del premio. Per intenderci è la stessa che si accende con i dolci, gli alcolici e le sostanze stupefacenti. Insomma avremo quel senso di rilassatezza che ci donano due bicchieri di vino, senza averne le conseguenze negative. Non è un segreto ad esempio che essere gentili con gli altri, facendo volontariato, abbassa i livelli di ansia e allontana i sintomi della depressione. Quell’area del cervello è molto importante anche per il declino cognitivo, perché quando si attiva aiuta a ridurre il rischio di sviluppare malattie anche importanti.
La gentilezza è la capacità di nutrire uno spirito di disponibilità. L’atto di dare gentilezza spesso è semplice, gratuito, positivo e salutare.
Abbassa la pressione sanguigna
Essere gentili riduce la pressione sanguigna, aiutando ad abbassare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Questo perché abbassa i livelli di stress e rilassa tutto il corpo. Uno studio ha dimostrato ad esempio che decidere di spendere i propri soldi per gli altri e non per sé stessi aiuta a tenere sotto controllo l’ipertensione, in chi ne soffra. I risultati sono gli stessi che si ottengono stando a dieta e facendo esercizi fisici per giorni. Gli effetti sono anche contro il cortisolo, l’ormone dello stress che a lungo andare influisce proprio sulla pressione sanguigna.
Gentilezza e salute: riduce la sensazione di dolore
Una recente ricerca ha dimostrato che le persone che sono gentili e disponibili verso gli altri aumentano la loro capacità di sopportazione al dolore, rispetto a chi non è gentile. Ma c’è di più. Più i volontari erano gentili, meno dolore sentivano. Questo avviene perché essere gentili “spegne” la parte del cervello che regola gli stimoli al dolore.
Gentilezza e salute: sale l’autostima e migliora l’umore
È stato dimostrato che la gentilezza aumenta l’autostima e migliora l’umore. Le persone che si donano in modo equilibrato tendono anche a essere più sane e a vivere più a lungo. La gentilezza può aumentare il tuo senso di connettività con gli altri, che può avere un impatto diretto sulla solitudine, migliorare l’umore basso e migliorare le relazioni in generale. Può anche essere contagioso. Cercare modi per mostrare gentilezza può aiutarti se tendi ad essere ansioso o stressato in alcune situazioni sociali.
Essere gentili aumenta la serotonina e la dopamina, che sono neurotrasmettitori nel cervello che ti danno sensazioni di soddisfazione e benessere e fanno illuminare i centri di piacere/ricompensa nel tuo cervello. Anche le endorfine, che sono l’antidolorifico naturale del corpo, vengono rilasciate.
Sii gentile anche con te stesso
Non è solo il modo in cui tratti le altre persone, ma anche il modo in cui estendi quegli stessi comportamenti e intenzioni anche a te stesso. Possiamo essere più gentili nel nostro dialogo interiore e possiamo praticare la gratitudine. Spesso siamo troppo poco gentili con noi stessi e non riusciamo a vedere le nostre vere capacità. Raramente parleremmo agli altri come parliamo a noi stessi.
Impegniamoci a essere gentili anche a piccoli passi
Chiediamoci semplicemente “Come praticherò la gentilezza oggi?”. Già solo questo può essere utile. Un’idea può essere quella di tenere un diario delle azioni gentili che facciamo. Ovviamente non per vantarci e dirci quanto siamo buoni, ma per farci caso.