Psicologia

Cosa succede quando si hanno più personalità?

Questo disturbo è caratterizzato dalla presenza di due o più identità distinte e provoca lacune nella memoria

Cosa succede quando in una persona ci sono due o più identità che coesistono e si alternano? Questo è ciò che accade nel disturbo dissociativo dell’identità, precedentemente noto come disturbo di personalità multipla. Vediamo perché ha un impatto significativo nella vita di chi ne soffre, influenzando le relazioni e il comportamento quotidiano.

Cos’è il disturbo dissociativo dell’identità?

Il disturbo dissociativo dell’identità è una condizione in cui l’individuo ha più identità o stati di personalità, che possono avere caratteristiche diverse, come il nome, i ricordi, i comportamenti e i modi di percepire la realtà, portando a una discontinuità nella percezione di sé.

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Quali sono i sintomi

Secondo il DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), i sintomi del disturbo dissociativo dell’identità includono:

  • Interruzione dell’identità: il disturbo è caratterizzato dalla presenza di due o più stati di personalità distinti, che comporta una marcata discontinuità nel senso di sé, accompagnata da alterazioni che possono riguardare il comportamento, la coscienza, la memoria, la percezione, la cognizione e il funzionamento sensomotorio. Le manifestazioni di questi sintomi possono essere notate dall’individuo stesso o dagli altri.
  • Amnesia dissociativa: chi soffre di disturbo dissociativo dell’identità presenta frequenti lacune nella memoria, che vanno oltre la normale dimenticanza, e riguardano eventi quotidiani, informazioni personali rilevanti o eventi traumatici. 
  • Disagio clinicamente significativo: i sintomi causano un disagio significativo nella vita dell’individuo o compromettono il suo funzionamento in aree importanti, come quelle lavorative e sociali.
  • Esclusione di altre cause: il disturbo non è una parte normale di pratiche culturali o religiose comunemente accettate. I sintomi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di sostanze o a un’altra condizione medica. Nei bambini, i sintomi non sono riferibili a compagni di gioco immaginari o a giochi di fantasia. 

L’amnesia dissociativa nel disturbo dissociativo dell’identità

Come spiega il DSM-5, l’amnesia dissociativa degli individui con disturbo dissociativo dell’identità si manifesta principalmente in tre modi:

  • In primo luogo, si possono osservare lacune nella memoria riguardanti eventi della propria vita, tra cui periodi dell’infanzia o momenti importanti, come matrimoni o lutti.
  • Si possono riscontrare vuoti di memoria relativi a eventi quotidiani o competenze apprese (ad esempio, non ci si ricorda cosa è successo oggi o come fare il proprio lavoro).
  • Infine, vi è la scoperta di prove di azioni che il soggetto non ricorda di aver compiuto (ad esempio, trova oggetti sconosciuti nella propria borsa o scopre scritti e disegni di cui non ha memoria).

Le fughe dissociative sono comuni tra coloro che soffrono del disturbo dissociativo dell’identità, i quali possono anche ritrovarsi improvvisamente in dei luoghi senza ricordare come ci siano arrivati. La consapevolezza e l’atteggiamento verso queste amnesie variano da persona a persona.

Il legame con i traumi

Spesso si ritiene che il disturbo dissociativo dell’identità sia associato a traumi intensi e ripetuti, vissuti soprattutto durante l’infanzia, come esperienze di abusi fisici, sessuali o emotivi, oppure l’esposizione a eventi di violenza estrema.

Disturbo dissociativo dell’identità: trattamento

Le principali opzioni di trattamento del disturbo dissociativo dell’identità prevedono:

  • Psicoterapia: l’obiettivo è aiutare il paziente a integrare le diverse identità ed elaborare i traumi del passato.
  • Farmaci: in presenza di alcuni disturbi concomitanti, come l’ansia, la depressione o l’abuso di sostanze, possono essere prescritti dei farmaci per gestirne i sintomi. Tuttavia, il trattamento farmacologico è generalmente considerato un complemento alla psicoterapia.

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Aurora Pianigiani

Collabora con OK Salute e Benessere e si occupa di comunicazione in ambito medico-scientifico e ambientale. Laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Firenze, si è formata nel settore dei media digitali e del giornalismo. Ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e della Salute presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e contestualmente ha scritto articoli per testate giornalistiche che svolgono attività di fact-checking.
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