Psicologia

Competenze non cognitive a scuola: cosa sono e quanto contano?

Aiutare gli studenti a svilupparle potrebbe influenzare positivamente non solo il rendimento scolastico, ma anche la loro capacità di affrontare le sfide della vita quotidiana

Dopo l’approvazione della Camera, lo scorso novembre il Senato ha approvato la proposta di legge che introduce lo sviluppo di competenze non cognitive e trasversali nei percorsi scolastici e di formazione professionale. Poiché è stato approvato con modificazioni, il testo torna all’esame della Camera dei deputati. Il progetto prevede che l’insegnamento sia introdotto, in via sperimentale e volontaria, nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. Ma cosa sono le competenze non cognitive e quale impatto possono avere nel contesto educativo?

Cosa sono le competenze non cognitive?

Le competenze non cognitive comprendono abilità trasversali legate alla sfera emotiva e relazionale. Oltre ad influenzare positivamente il successo in molte aree della vita, sono importanti per la crescita personale degli individui.

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Come si legge in questo dossier, il testo della proposta di legge indica una serie di concetti e termini che, nelle discipline scientifiche di riferimento, non sempre sono definiti in modo uniforme. Infatti, «le competenze non cognitive costituiscono un insieme cui la letteratura scientifica internazionale fa riferimento utilizzando una terminologia variegata».

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce “life skills” un insieme di abilità che ci permettono di adottare comportamenti positivi e adattivi, aiutandoci ad affrontare efficacemente le sfide quotidiane. Anche se possono variare a seconda delle culture e dei contesti, secondo l’OMS esistono competenze fondamentali per promuovere la salute e il benessere di bambini e adolescenti. Queste includono:

  • processo decisionale;
  • risoluzione dei problemi;
  • pensiero creativo;
  • pensiero critico;
  • comunicazione efficace;
  • efficacia nelle relazioni interpersonali;
  • autoconsapevolezza;
  • empatia;
  • gestione delle emozioni;
  • gestione dello stress.

Il ruolo delle competenze non cognitive nel rendimento scolastico

Le competenze cognitive, come l’intelligenza misurata dai test del QI, sono tradizionalmente considerate determinanti per il successo accademico e professionale. Tuttavia, sempre più ricerche evidenziano l’importanza in questi ambiti delle competenze non cognitive, che includono tratti della personalità, motivazione e carattere.

Un nuovo studio pubblicato su Nature Human Behaviour ha esaminato come le competenze non cognitive, tra cui la motivazione e l’autoregolamentazione, influenzino il rendimento scolastico nei bambini di età compresa tra i 7 e i 16 anni. I ricercatori hanno analizzato un campione di oltre 10.000 bambini provenienti da Inghilterra e Galles, evidenziando che le competenze non cognitive giocano un ruolo cruciale. Inoltre, è emerso che l’influenza di queste abilità sul rendimento scolastico aumenta nel tempo.

Perché introdurle a scuola?

L’OECD, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE in italiano), sottolinea che, sebbene le competenze abbiano una base genetica, esse sono anche modellate dagli ambienti sociali in cui una persona cresce, come la famiglia, la scuola e i coetanei. Lo sviluppo delle competenze non è un processo statico, ma dinamico. Ciò significa che cambia e si evolve nel tempo in risposta a diversi fattori.

In Italia, l’introduzione delle competenze non cognitive a scuola è motivata dalla necessità di rispondere a fenomeni come la dispersione scolastica e la povertà educativa, che influenzano negativamente il percorso di molti studenti. In questo modo, si potrebbero valorizzare abilità che, pur essendo fondamentali per lo sviluppo individuale e collettivo, spesso vengono trascurate nel tradizionale sistema educativo.

Sebbene le competenze non cognitive rappresentino un passo importante verso una scuola più inclusiva e orientata alla crescita integrale degli studenti, la sfida risiede nel comprendere come insegnarle in modo strutturato ed efficace, individuando metodologie di insegnamento che ne favoriscano lo sviluppo, supportate da una formazione adeguata per i docenti e da un’attenta valutazione dei progressi degli alunni.

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Aurora Pianigiani

Collabora con OK Salute e Benessere e si occupa di comunicazione in ambito medico-scientifico e ambientale. Laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Firenze, si è formata nel settore dei media digitali e del giornalismo. Ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e della Salute presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e contestualmente ha scritto articoli per testate giornalistiche che svolgono attività di fact-checking.
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