Stare seduti stanca. Sembra paradossale, ma è proprio così. Certo, è meno faticoso che stare in piedi, infatti ci sediamo ogni qual volta vogliamo riposarci o svolgere un’attività che richiede tempo (studiare, leggere, lavorare…), eppure dopo un po’ di tempo la posizione seduta sovraccarica la colonna vertebrale. Addirittura più che quella eretta, stimolando l’insorgenza di problemi quali lombalgia, sciatalgia, cervicalgia, discopatia e via dicendo.
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Non sedere più di tre ore
Purtroppo la sedentarietà è subdola, perché il danno non viene percepito immediatamente e, anzi, difficilmente si identifica come la causa del mal di schiena. La ricerca scientifica, però, ha chiarito da tempo che stare seduti per periodi superiori alle tre ore quotidiane e consecutive espone al rischio di svariati disturbi di carattere muscolare, scheletrico e circolatorio.
I rischi dell’assenza di movimento
A provocare il sovraccarico e il dolore della colonna vertebrale è l’assenza di movimento. Per questo, come capita di fare spesso e inconsciamente, dopo tante ore a sedere iniziamo a cambiare posizione. È il corpo che ci chiede di muoversi. Tuttavia, su una sedia fissa tradizionale questo movimento finisce con il peggiorare la situazione, perché si assumono posture scorrette e ancor più dannose, innescando un pericoloso circolo vizioso.
La soluzione: una sedia ergonomica e attiva
Il consiglio principale è evitare la sedentarietà, adottando uno stile di vita dinamico ed attivo. Ma se siete obbligati a stare seduti a lungo, allora dovete optare per una seduta attiva, che garantisca una postura in piena ergonomia e «in movimento». Di seguito, qualche consiglio per sceglierla.
Trovare l’equilibrio con il movimento controllato
Ci sono sedie, come quelle realizzate con l’ergonomia dinamica del sistema InBalance®, che si basano su un movimento controllato. Partendo da un punto di naturale equilibrio si muovono seguendo il movimento del corpo. Ad esempio inclinandosi in avanti quando si scrive oppure spostandosi all’indietro quando ci si appoggia allo schienale. Raggiunto l’equilibrio, è il corpo che controlla la sedia, decidendo quando muoversi, senza sforzo, e quando rimanere fermo in una data posizione.
L’importanza dei piedi che si muovono
Dal punto di vista biomeccanico, quando stiamo seduti non abbiamo un cuore, ma due. I piedi, infatti, svolgono un’azione determinante nell’attivare il flusso sanguigno di ritorno verso il cuore. Questo concetto, definito «cuore periferico» è alla base della prevenzione degli edemi alle gambe, della facilità di respirazione e della continua ossigenazione del sangue, che porta a più concentrazione e una sensazione di minore stanchezza. Rigorosi studi scientifici, in effetti, hanno rilevato un netto miglioramento della circolazione venosa delle gambe con una seduta attiva rispetto a una sedia ergonomica priva di sistema di oscillazione controllata.
Un po’ come andare a cavallo
Esistono alcune sedie, come la saddle chair, che prendono spunto dalla sella che si utilizza a cavallo. Per chi non ha mai fatto equitazione, si tratta di sedersi in modo da formare un angolo molto più ampio fra tronco e gambe rispetto alla seduta convenzionale. Questa posizione permette di scaricare a terra buona parte del peso che graverebbe sulla schiena, come succede quando si sta in piedi, pur mantenendo la comodità di una posizione seduta.
La curva lombare è salvaguardata, gli angoli dell’articolazione dell’anca sono aperti e i muscoli sono in equilibrio e rilassati, perciò si allenta la tensione del corpo. Inoltre, il movimento leggero del corpo e delle gambe, che controllano l’oscillazione della sedia, favoriscono il benessere di tutto il corpo, il flusso di ossigeno migliora, si mantiene alta l’energia e di conseguenza anche la concentrazione.