La rubrica OK Salute e Benessere, condotta dalla giornalista Chiara Caretoni, va in onda tutti i giorni alle ore 11 sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR) e su Radio LatteMiele. Per entrare in contatto con la redazione radiofonica scrivi a: radio@ok-salute.it.
Qualche giorno fa ci ha scritto una nostra ascoltatrice per chiederci, visto che siamo nel mese della prevenzione del tumore al seno, se con le protesi alla mammella è possibile sottoporsi alla mammografia?
Pietro Panizza primario dell’unità di radiologia senologica dell’ospedale San Raffaele di Milano risponde positivamente: la mammografia consiste nella compressione del seno e bisogna rendere omogeneo lo spessore altrimenti l’immagine viene sfocata e viene compromessa la capacità diagnostica, e non consente di vedere o di escludere la presenza di lesioni. Quindi la protesi deve essere garantita per supportare un certo tipo di compressione e, se fatta una manovra adeguata da parte del tecnico di radiologia che esegue l’esame, si riesce a spingere la protesi dietro verso il muscolo e, con una sorta di pizzicotto, portare la parte di mammella senza protesi e avere quindi una mammografia diagnostica, anche se si perde circa un 20%. Questo perché la protesi è radiopaca e non lascia passare i raggi X, per cui la parte di mammella coperta della protesi se viene spostata posteriormente non permette di avere un esame diagnostico accurato.
Per quanto riguarda l’ecografia non ci sono problemi perché la protesi sta dietro la ghiandola mammaria così come accade per la risonanza, l’unico esame che viene in parte inficiato ma che comunque è fondamentale è la mammografia. Quindi chi ha le protesi al seno dovrebbe sempre abbinare mammografia ed ecografia, nel senso che coloro che hanno protesi al seno devono integrare la diagnostica anche con l’ecografia.
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