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Non appena sarà completato l’iter di delibera delle regioni, il vaccino contro l’herpes zoster sarà disponibile negli ambulatori italiani. Questa novità si prefigura come un importante traguardo del quale potrà sicuramente beneficiare il nostro Servizio Sanitario Nazionale, vista l’ampia diffusione di questa infezione e le conseguenze della stessa.
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Herpes Zoster: cos’è?
L’herpes zoster, comunemente definito fuoco di Sant’Antonio, è una patologia virale a carico della pelle e delle terminazioni nervose. Responsabile della malattia è lo stesso virus che provoca la varicella, che è tra i più aggressivi della sotto famiglia degli alfa herpes virini. Dopo l’infezione iniziale che porta alla varicella, il virus rimane latente nei neuroni sensoriali e può riattivarsi a causa di una ridotta funzione immunitaria, causando proprio l’herpes zoster.
I sintomi
Si stima che circa il 90% della popolazione si ammali di varicella nell’arco della vita e il 10% di questi abbia una recidiva dell’infezione nella forma del fuoco di Sant’Antonio. La patologia esordisce con una sensazione di formicolio nelle parti del corpo più colpite dal virus come il torace, il viso e gli arti. E poi insorge un’eruzione cutanea con una striscia di puntini rossi che segue il percorso del nervo infettato. L’esantema evolve in pustole piene di liquido, che si seccano con la formazione di croste. Allo sfogo epidermico è associato un dolore acuto che impedisce qualsiasi attività. Se il dolore non regredisce, è probabile che ci sia una nevralgia post erpetica.
La vaccinazione
È l’arma più efficace per prevenire l’insorgere di questa malattia dolorosa, proprio nel 2021 in Italia è stato approvato un nuovo vaccino contro l’herpes zoster, ricombinante adiuvato, rispetto a quello disponibile finora. Questo ha un’efficacia maggiore del 90% e nei soggetti sopra i 18 anni può essere somministrato anche nei pazienti immuno compromessi, come coloro che sono affetti da patologie reumatologiche e per questo fanno uso di farmaci immunosoppressori. Poiché la conoscenza dell’infezione nella popolazione è ancora piuttosto relativa, è necessaria una campagna culturale di educazione sanitaria volta all’identificazione della patologia e alla consapevolezza delle terapie oggi a disposizione.