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Il 31 maggio si celebra la giornata mondiale senza tabacco, occasione importantissima per ribadire ancora una volta che non è mai troppo tardi per smettere di fumare. I benefici infatti si avvertono fin da subito. Ne parliamo con Giulia Veronesi, direttrice del programma strategico di chirurgia robotica toracica presso l’ospedale San Raffaele di Milano, struttura del Gruppo San Donato.
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Smettere di fumare: cosa succede al nostro organismo
Abbiamo dei benefici più precoci quindi che si verificano nei minuti successivi come la riduzione della frequenza cardiaca e della pressione; nell’arco di qualche ora (12/24 ore) si riduce il monossido di carbonio nel sangue quindi gli scambi gassosi sono migliori; dopo pochi giorni dalla fine del fumo abbiamo una riduzione del rischio di infarto; a seguire si inizia a recuperare il gusto, l’olfatto e il respiro, fino a ridurre gli effetti sul polmone come la tosse e il catarro nei mesi successivi allo smettere di fumare. Chiaramente per ridurre al livello dei non fumatori i rischi di danno cronico come l’ictus o l’infarto ci vuole qualche anno; dopo una decina d’anni abbiamo che il rischio di tumore al polmone si riduce della metà, perché il rischio ridiventi pari quello dei non fumatori ci vogliono circa 15/20anni.
I benefici
Quindi il concetto è proprio che non è mai troppo tardi di smettere di fumare perché abbiamo benefici immediati e benefici a lungo termine. Globalmente sappiamo il fumo ci ruba nell’arco della nostra vita circa 10anni rispetto ai non fumatori, ed è quindi assolutamente importante essere consapevoli di questo.
Alla luce di quanto detto quali sono gli strumenti per smettere di fumare? Esistono i centri anti fumo dove si praticano delle procedure in accordo con le linee guida internazionali, quindi si deve seguire un percorso con gli specialisti che danno una terapia medica, con veri e propri farmaci, per un periodo che riduce la sindrome da dipendenza dalla nicotina e un counseling psicologico.
Quindi ci sono tantissimi buoni motivi per smettere di fumare subito, parola della Professoressa Veronesi.