La rubrica OK Salute e Benessere, condotta dalla giornalista Chiara Caretoni, va in onda tutti i giorni alle ore 11 sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR) e su Radio LatteMiele. Per entrare in contatto con la redazione radiofonica scrivi a: radio@ok-salute.it.
Il 3 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’udito e dell’orecchio: la sordità interessa oltre 7 milioni di italiani, anche se la maggior parte di essi è ancora molto reticente ad ammettere i propri deficit uditivi. Sebbene la tecnologia abbia fatto passi da gigante e i pregiudizi intorno a questo disturbo siano notevolmente diminuiti, il calo dell’udito rimane un vero e proprio tabù.
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Abbassamento dell’udito: quali sono i campanelli d’allarme?
Ci risponde Gaetano Paludetti, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Otorinolaringoiatria del Policlinico Agostino Gemelli di Roma. La presa di coscienza inizia quasi sempre in ambienti rumorosi, quando si fa fatica a capire bene ciò che le persone ci stanno dicendo. Naturalmente questo si può estendere anche alle situazioni lavorative e a tutte le altre attività che una persona svolge.
La musica alta nelle cuffie può favorire il processo di calo dell’udito?
La causa principale del calo dell’udito è quasi sempre una causa genetica: il rumore e le stimolazioni eccessive agiscono su una predisposizione genetica dell’individuo. Perfino l’ipoacusia da rumore è legata ad una predisposizione genetica. In ogni caso non c’è dubbio che suoni troppi intensi come discoteche o auricolari messi a volumi molto alti per parecchie ore al giorno, possono danneggiare l’udito. Poi ci sono le situazioni lavorative: chi lavora in aeroporto o in ambienti molto rumorosi, deve stare particolarmente attento e consultare i tabulati dell’esposizione al rumore che indicano le ore lavorative da svolgere in caso di esposizione a decibel molto superiori al consentito. Anche gli hobby spesso possono risultare dannosi per l’udito: la caccia, il tiro al piattello, danneggiano l’udito con rumori impulsivi molto intensi.
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