La rubrica OK Salute e Benessere, condotta dalla giornalista Chiara Caretoni, va in onda tutti i giorni alle ore 11 sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR) e su Radio LatteMiele. Per entrare in contatto con la redazione radiofonica scrivi a: radio@ok-salute.it.
Il 9 ottobre si celebra la giornata mondiale delle cure palliative, un’occasione importantissima per riflettere sul fatto che ancora oggi pochi ne usufruiscano, nonostante nel nostro paese ci sia una legge che le garantisca a tutti: solo il 25% delle persone che ne avrebbe bisogno e diritto infatti ha accesso alle cure palliative.
I dati sono contenuti nella ricerca Le Cure Palliative In Italia voluta da Vidas, un’associazione che si occupa da quasi quarant’anni di assistere le persone con malattie molto gravi. Le stime risalgono però prima della pandemia quindi i numeri attualmente sono potrebbero essere anche peggiori.
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Cure palliative: come definirle?
A occuparsi di cure palliative è la legge 38, che con l’articolo due definisce tali cure come l’insieme degli interventi terapeutici diagnostici e assistenziali rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare: questi interventi sono finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base è caratterizzata da una inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, e non risponde più a trattamenti specifici. In pratica si tratta di tutte quelle cure che possono migliorare il più possibile una fase terminale della vita del malato e della sua famiglia. Si parla di fase terminale in genere quando i medici ritengono probabile il decesso entro i 12 mesi, in genere si tratta di malattie croniche e progressive come quelle neurologiche, cardiologiche, oncologiche e respiratorie. Possono accedervi anche pazienti che stanno ancora ricevendo terapie per cercare di migliorare la loro qualità di vita in questo caso di cure palliative precoci o simultanee.
Come accedervi e dove si fanno
Nel nostro paese c’è una rete di cure palliative: ogni regione alle sue regole per accedervi, in genere comunque ci si può rivolger al medico di famiglia, allo specialista che sta seguendo il paziente, all’Asl di riferimento e anche alle associazioni di volontariato.
Si svolgono nella residenza del paziente che viene assistito da personale medico e infermieristico tra le proprie mura domestiche e c’è un’équipe che segue il malato. Se non si può procedere con le cure palliative a domicilio ci si rivolge ad un hospice, si tratta di un luogo d’accoglienza e ricovero nel quale la persona viene accompagnata. È possibile ricevere queste cure anche in ospedale dal 2012 in questo caso è necessario che non sia possibile procedere a domicilio o in un hospice.