La rubrica OK Salute e Benessere, condotta dalla giornalista Chiara Caretoni, va in onda tutti i giorni alle ore 11 sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR) e su Radio LatteMiele. Per entrare in contatto con la redazione radiofonica scrivi a: radio@ok-salute.it.
Oggi parliamo di carenza di ferro, con la quale a fare i conti è soprattutto l’universo femminile. Si stima infatti che fino a 9 donne su 10 vadano incontro a questa condizione in gravidanza. Ne parliamo con Antonio Ragusa, direttore dell’unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Fatebenefratelli di Roma.
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Carenza di ferro: quali sono le ripercussioni?
I bambini nati da mamme molto anemiche hanno il 30% in più di possibilità di avere schizofrenia, problemi autistici e morti endouterine. Sulla mamma invece le conseguenze possono essere: problemi di concentrazione, stanchezza e depressione post partum. Le mamme riscontrano poi parecchi problemi anche nell’allattamento, il che significa avere difficoltà nel somministrare il latte che è una sorta di panacea per il bambino che potrebbe sviluppare problemi di anemia e di carenza/assenza di allattamento.
La diagnosi
Basta fare un esame del sangue completo all’inizio della gestazione, cioè durante il periodo del primo trimestre. L’esame del sangue completo non è solo l’emocromo ma un emocromo che valuti anche altri indici come la ferritina e la percentuale di saturazione della transferrina. Questi esami completi permettono a noi medici di fare quella che chiamiamo “diagnosi differenziale”, cioè capire se l’anemia sia dovuta ad una carenza di ferro, come avviene nella maggioranza dei casi, oppure dipendente da altre carenze per esempio di vitamine o polati.
Come si interviene?
Una volta fatta la diagnosi si procede a una istruzione adeguata delle mamme sull’alimentazione. Diamo indicazioni molto precise su cosa mangiare o eventualmente sulle terapie sostitutive, attraverso delle pillole, su come bisogna agire con questa supplementazione di ferro.
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