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11 Settembre: le ripercussioni sulla salute del soccorritori
Sabato 11 settembre ricorre l’anniversario del crollo delle Torri Gemelle e a distanza di 20 anni dagli attacchi terroristici si scopre che il fumo, la nube e le polveri che hanno impregnato per giorni l’area di Manhattan hanno avuto un influenza sulla salute dei soccorritori: molti di loro infatti, volontari o operatori di soccorso e recupero, oggi devono fare i conti con lo sviluppo di una broncopneumopatia cronica ostruttiva anche nota come BPCO, spesso a seguito di una diagnosi di asma.
Lo studio
Il dato arriva da uno studio presentato al Congresso Internazionale European Respiratory Society (ERS) su un gruppo di lavoratori esposti a fumo e polvere: lo studio si è basato su 18mila lavoratori e volontari che sono accorsi sul luogo dell’attentato dopo il crollo per soccorrere i feriti.
Ognuno di loro ha preso parte ad un test di spirometria per misurare la propria salute polmonare in almeno due occasioni tra il 2002 e il 2018. Il test è infatti in grado di valutare quanta aria è possibile espirare in un respiro forzato e permette quindi di diagnosticare la BPCO e dell’asma. I dati delle spirometrie sono stati confrontati con il giorno di arrivo sul luogo del crollo e abbinati ad altri fattori che possono influenzare direttamente la salute dei polmoni, come età dei lavoratori, l’abitudine al fumo e il peso.
I risultati hanno mostrato che i lavoratori che sono intervenuti sul posto nei primi due giorni quando fumo e polvere erano ai massimi livelli, avevano maggiori probabilità di avere una funzione polmonare più scarsa e il 30% di rischio in più di sviluppare una broncopneumopatia cronica ostruttiva. Lo studio, dicono gli esperti, pone l’accento su quanto siano importanti monitorare a distanza di anni la salute degli operatori di soccorso che intervengono quando si verificano dei disastri soprattutto crolli e incendi che possono generare nubi tossiche e fumo per giorni.