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Veronesi: i medici sanno curare davvero?

Commento di Umberto Veronesi
sul blog della FONDAZIONE UMBERTO VERONESI

Pochi spiegano ai futuri dottori, che vengono formati in modo sempre più tecnico e specialistico, che il loro compito sarà di occuparsi dell’uomo nella sua interezza. Si deve curare il malato, e non la malattia. Il medico osserva, constata per comprendere, al fine di stabilire con il malato un legame basato sulla fiducia. Occorre un medico «montessoriano», che grazie all’ascolto attivo e terapeutico sia capace di mobilitare le risorse spirituali e intellettuali del malato.

Gruppo San Donato

Numerosi studi hanno dimostrato con certezza che esiste un «effetto placebo» costituito dal medico stesso. Il malato sta meglio e si cura meglio se il medico lo comprende e gli ispira fiducia. Io ripeto da sempre che fare il medico non è come fare l’ingegnere, o il notaio, o l’avvocato. Ognuna di queste professioni è gravata di alte responsabilità, ma la professione del medico è diversa, perché è direttamente connessa con i dilemmi dell’uomo, e con le sue paure e la sua sofferenza. Non solo la sofferenza fisica, ma anche quella dello spirito.

La malattia isola l’uomo dal proprio progetto di vita, ne mette in forse la continuazione. Nietzsche ha scritto che «il malato soffre più dei suoi pensieri che della stessa malattia», ed è verissimo. Il medico è competente sulla malattia, ma deve sapere dal malato come lui vive la malattia e come accetta le cure. Dovrà ascoltarlo con rispetto e con partecipazione, senza voler imporre alcunché, e cercando di arrivare a decisioni condivise.

Umberto Veronesi

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