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Vene varicose aumentano il rischio di infarto?

Troppo spesso sottovalutate, sono un importante campanello di allarme per le malattie cardiovascolari

Le vene varicose sono una manifestazione della malattia venosa cronica, una delle malattie più diffuse che in Italia. Colpisce infatti quasi venti milioni di persone ed è caratterizzata da un alterato ritorno del sangue dalle gambe al cuore.

Si tratta di una condizione spesso sottovalutata, che invece può aumentare il rischio delle principali malattie cardiovascolari, come l’infarto e la cardiopatia ischemica, come è stato sottolineato in un simposio organizzato dall’azienda Servier al congresso sulla prevenzione cardiologica della ESC-Società Europea di Cardiologia.

Vene varicose importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari

«Ogni strategia che può contribuire a diagnosticare le malattie cardiovascolari deve essere guardata con grande attenzione. La malattia venosa cronica ha il vantaggio di poter essere individuata in maniera semplice e trattata dalla comparsa dei primi sintomi» spiega Claudio Borghi, Direttore dell’Unità di Medicina Interna Cardiovascolare al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche-Università di Bologna.

Sulla base delle ultime evidenze scientifiche è dunque importante dedicare alla malattia venosa una maggiore attenzione dal punto di vista terapeutico, non considerandola solo nelle fasi più avanzate ma trattandola sin dai primi sintomi come possibile fattore di rischio per la progressione della malattia arteriosa.

Intervenire subito

«Spesso la malattia venosa cronica è banalizzata. È considerata un semplice disturbo estetico delle gambe, in realtà è una condizione ben più complessa, cronica e ingravescente. Occorre sottolineare che tende a progredire velocemente verso stadi più avanzati, se non trattata correttamente» avverte Alberto Froio, professore associato all’Università degli Studi di Milano Bicocca, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Cattedra di Chirurgia Vascolare. «È quindi necessario un cambio culturale da parte della classe medica ma anche dei pazienti, ponendo maggiore attenzione ad una patologia solitamente sottovalutata e presa in considerazione solo nelle sue manifestazioni più gravi».

Vene varicose e infarto: gli esami da fare

Invece ancora oggi il paziente con malattia venosa cronica viene avviato a un percorso diagnostico-terapeutico limitato alla sola patologia degli arti inferiori. «Sarebbe utile prevedere ulteriori e semplici esami vascolari, con una maggiore attenzione alla familiarità per malattie cardiovascolari, la palpazione dei polsi arteriosi, la misura
dell’indice pressorio caviglia/braccio e il dosaggio del colesterolo LDL» sottolinea Leonardo De Luca, Direttore della Cardiologia al Policlinico San Matteo di Pavia. «Semplici esami che possono essere facilmente eseguiti sul paziente con malattia venosa cronica per individuare le persone a più elevato rischio cardiovascolare».

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