Testo di Giuliana Proietti,
psicologa e psicoterapeuta,
blogger di IL SESSO E L’AMORE
Baciare le labbra di una persona che ha inghiottito un animale morto? Mai: meglio morire. Così la pensano alcuni vegetariani, che non supportano l’idea di trovarsi nel letto una persona che ha abitudini tanto lontane dal proprio modo di pensare al cibo. A livello di coppia, questi soggetti sono stati definiti «vegesessuali» dalla psicologa neozelandese Annie Potts, che lavora presso il Center for Human and Animal Studies dell’Università di Canterbury.
Infatti, conducendo uno studio sullo stile di vita dei suoi compatrioti (tra cui era compresa un’indagine sul loro modo di relazionarsi con gli animali), la ricercatrice si è resa conto che molti vegetariani evitano relazioni intime con gli amanti della carne animale. Una persona infatti può essere sessualmente attraente, ma il desiderio da solo non è sufficiente per contrastare il senso di nausea causata «dall’odore di un cadavere nel processo di cottura» (che altri chiamano «profumo d’arrosto»). E poiché, come sappiamo, noi siamo ciò che mangiamo, i vegetariani ritengono sia molto meglio evitare di «scambiarsi fluidi» con persone che hanno abitudini alimentari tanto diverse.
Per Annie Potts, la vegesessualità non è una forma di sessualità innata, ma è una scelta ben precisa. «E’ comprensibile che una persona che sceglie di vivere una vita priva di crudeltà verso gli animali faccia di questo impegno etico qualcosa che si estende oltre il proprio modo di mangiare, specialmente in un’area così importante come quella della sessualità», dice la Potts.
Questa repulsione è simile a quella che prova un non-fumatore quando bacia un fumatore accanito: odore e gusto sono messi a dura prova, per cui l’idea di festeggiare un incontro sotto una coperta, salta immediatamente se il lui o la lei è qualcuno che si ciba di cadaveri.
Il problema tuttavia si pone non tanto per le storie di sesso occasionale, quanto per la scelta del/la partner stabile, con il/la quale formare una famiglia. E’ possibile che un vegetariano riesca a vivere con una persona onnivora e viceversa, ma i due devono rispettare delle regole ben precise, per evitare ogni conflittualità. Soprattutto queste coppie “miste” devono rinunciare al desiderio di convertire l’altro/a.
Meglio allora scegliersi un/una partner vegetariana, se si è vegetariani. Come incontrarlo/a? All’epoca di Internet non c’è assolutamente problema, vi sono siti di incontri dedicati in ogni lingua: (francesi: amours-bio.com, VeGaia.com, rencontres-univert.fr; italiani: veggieflirt.com; inglesi: veganpassion.com). Ci sono invece zone dove un vegetariano non dovrebbe mai scegliersi né amici, né parenti: in Svizzera, ad esempio, visto che in quel Paese solo il 3% della popolazione non mangia carne.
Va anche detto che talvolta la scelta di essere vegetariani non dura. Nel 2005, uno studio di CBS News rivelò che sono più numerosi gli ex-vegetariani che i vegetariani, con un rapporto di tre a zero, il che suggerisce che il 75% dei vegetariani abbandona la sua decisione.
Un sondaggio condotto da Hal Herzog e Childers Morgan ha scoperto che questi onnivori di ritorno sono soprattutto donne (la maggior parte dei vegetariani sono donne), con una età media di 28 anni di età e nove anni di vegetarismo. La maggior parte è diventata vegetariana a causa delle preoccupazioni circa il trattamento degli animali ed è tornata alla carne a causa di problemi di salute, problemi logistici, stigmi sociali, o anche desiderio di un buon piatto di carne. Solo due dei 77 ex-vegetariani esaminati nel campione hanno ripreso a mangiare la carne perché la loro convinzione morale era cambiata.
Qualcuno si converte alla «macelleria etica». Si parla anche di cibi «cruelty-free», cioè cibi che quanto meno non hanno conosciuto terrore e sofferenza, prima di diventare tali. Si tratta di posizioni di compromesso, ma sempre meglio che niente.
Dice, giustamente, Margherita Hack: «La scuola porti i bambini a vedere, a sentire le urla strazianti dei vitellini o dei maialini, a verificare come un pollo cresce in gabbie in cui lo spazio in cui muoversi è pari a due terzi di un foglio A4, a capire da dove arrivano quelle fettine o quegli hamburger che poi si comprano al supermercato». Sarebbe sicuramente traumatico per i bambini e questo certamente non è etico, ma è etico che essi mangino hamburger in grande quantità, quasi come se fossero i frutti di un albero, come le mele?
Giuliana Proietti
Fonti:
Return of the Meat-Eaters: Many Lapsed Vegetarians Become «Ethical Omnivores», Time
Le sexe 100% végétarien, c’est mieux, Le Matin
La coscienza degli animali, La Gazzetta di Parma
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