Non passa settimana senza l’annuncio della conclusione della sperimentazione di un vaccino anti Covid. Al momento sono in questa situazione tre vaccini:
- quello messo a punto dall’azienda americana Pfizer insieme a Biontech, che ha annunciato un’efficacia al 95 per cento. Il costo per ogni dose sfiora i 20 euro, 19,50 per l’esattezza. Ha un limite nella conservazione, perché deve rimanere a una temperatura inferiore ai 70 gradi, non facile da raggiungere. In più va fatto in due volte.
- C’è poi quello dell’azienda americana Moderna. Anche qui l’efficacia è intorno al 94,5 per cento. Il costo varia dai 21 ai 31 euro a dose, a seconda della quantità dell’ordine. Per questo vaccino bastano temperature standard di refrigerazione tra i 2°e gli 8°C per 30 giorni.
- Infine al momento c’è quello di Astrazeneca. Qui la situazione è più articolata. L’efficacia media è del 70 per cento. La percentuale supera la soglia minima di efficacia prevista dai protocolli, ma è più bassa rispetto ai principali concorrenti. L’azienda ha spiegato che utilizzando due diversi regimi di dosaggio, si ottengono risultati diversi. Somministrando mezza dose e una dose piena almeno ad un mese di distanza, l’efficacia raggiunge il 90 per cento. Il secondo regime, invece, con una somministrazione di due dosi piene sempre a un mese di distanza, ha mostrato una percentuale del 62 per cento. Ecco perché la media è di circa il 70 per cento. Qui i vantaggi significativi sono il prezzo che è decisamente più basso, intorno ai 3 euro a dose e la facilità di conservazione che lo rende ideale anche per i Paesi in via di sviluppo.
C’è maggiore ottimismo ora visto che un’imponente ricerca ha dimostrato che l’immunità contro il coronavirus che provoca Covid-19 può durare anni.
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Quando si può chiedere l’approvazione d’emergenza?
Ora per questi vaccini realizzati a tempo di record manca la fondamentale procedura di approvazione. Data l’emergenza, in questo caso, le agenzie del farmaco utilizzeranno il protocollo dell’autorizzazione per l’uso in emergenza. Questa procedura viene messa in moto quando non ci siano alternative disponibili a fermare una pandemia. A questo punto le agenzie analizzano tutte le prove scientifiche sulla sicurezza e sull’efficacia del farmaco, in questo caso del vaccino.
Approvazione vaccini anti Covid: in America e Gran Bretagna potrebbe arrivare già nei primi giorni di dicembre
Fonti di stampa sostengono che la Food and Drug Administration, l’agenzia del farmaco americana, dovrebbe riunirsi l’8 dicembre per discutere del vaccino Pfizer, per poi concedere l’autorizzazione già due giorni dopo, cioè il 10 dicembre. Se così fosse negli Stati Uniti le prime vaccinazioni contro il Covid-19 potrebbero essere fatte già il prossimo 11 dicembre. Ad affermarlo è stato Moncef Slaoui, il direttore di Operation Warp Speed, il programma della Casa Bianca per il finanziamento e l’approvvigionamento dei vaccini anti coronavirus.
Approvazione vaccini anti Covid: l’agenzia del farmaco europea stima che l’autorizzazione arriverà a gennaio
L’agenzia europea del farmaco ha spiegato che per avere l’autorizzazione i vaccini dovranno soddisfare tutti i requisiti di qualità, sicurezza ed efficacia stabiliti dalla legislazione farmaceutica dell’Unione europea. Detto questo, vista la situazione anche nel Vecchio Continente è prevista una decisa accelerazione dei tempi di approvazione, anche se ribadiscono che i benefici di un vaccino nel proteggere le persone devono essere di gran lunga superiori a qualsiasi effetto collaterale o rischio potenziale.
Sull’approvazione da parte dell’Ema dei vaccini anti Covid ha parlato Guido Rasi, che dell’agenzia europea del farmaco è stato direttore. Rasi ha spiegato che saranno rispettate tutte le garanzie di sicurezza. Per rendere ancora più chiaro il suo discorso ha chiarito la situazione con un esempio. «La qualità del vaccino contro il morbillo e di quelli contro il Covid – ha detto – viene analizzata con lo stesso metodo, le stesse persone e gli stessi mezzi. Non c’è una sicurezza diversa. Se riscontrassimo dati che insospettiscono l’accelerazione si bloccherebbe, come abbiamo già visto con i due stop nei mesi scorsi».