Una nuova mano bionica capace di raccogliere una moneta o usare un piccolo cacciavite solo con il potere del pensiero. Una donna svedese di nome Karin, dopo un incidente sul lavoro vent’anni fa, non aveva più la mano e l’avambraccio destri. Nel tempo ha provato a usare protesi, ma non ha mai trovato quella giusta per la sua condizione. Ora un gruppo di ingegneri e chirurghi svedese, australiani, statunitensi e italiani ha sviluppato una protesi molto migliorata rispetto a quello che si trovano oggi sul mercato.
In questo articolo
Nuova mano bionica: in cosa consiste l’intervento?
I chirurghi hanno inserito due supporti di titanio nell’osso della signora che funzioneranno da punto di connessione tra il braccio e la protesi. Questo tipo di intervento si chiama osseointegrazione e gioca un ruolo cruciale in questa tecnica bionica. La protesi è stata messa a punto da un’azienda italiana, la Prensilia. In questo modo non c’è più la necessità di una presa per fissare l’arto di un amputato alla protesi, eliminando problemi come la non aderenza e la difficoltà a mettere e togliere la protesi.
Successivamente, gli esperti hanno impiantato degli elettrodi nei nervi recisi e nei muscoli del braccio, e li hanno collegati all’arto.
Di conseguenza, il dispositivo è in grado di captare i segnali generati dai suoi comandi motori, cioè dal processo biologico che avvia i movimenti del corpo.
In cosa è diversa questa nuova mano bionica?
In questo modo le azioni quotidiane, come prendere un bicchiere o chiudere la cerniera di una giacca, sono fatte in tempo reale, rendendo la vita degli amputati più semplice.
Karin soffre della sindrome dell’arto fantasma. Si tratta del dolore che il cervello percepisce nonostante l’arto non ci sia più, perché amputato.
Il costo dell’arto bionico varia dai 30.000 ai 90.000 euro e può essere usato dall’età di 9 anni circa su persone che abbiano una muscolatura sufficientemente sviluppato per mandare segnali che possono creare i movimenti intuitivi.
I risultati della sperimentazione
Karin ha ricevuto la protesi da tempo. Ora però sono usciti i risultati di questa sperimentazione che dimostrano che la signora abbia usato in modo efficace la protesi per tutte le attività quotidiane, cambiando totalmente la propria vita.
Per gli esperti si tratta di una pietra miliare importante nel campo delle ricostruzioni avanzate degli arti nel complesso.