Fastidiosi formicolii che diventano dolori lancinanti. E poi la progressiva perdita di sensibilità agli arti inferiori, la mancanza di forza e la tipica difficoltà a muovere le gambe dopo soli 100 metri di cammino a piedi. A causarle sono le anomalie congenite e le malattie degenerative della colonna vertebrale.
Mali che statisticamente colpiscono persone giovani, a partire dai quarant’anni, e tanti sportivi a seguito di traumi da gioco. L’unica via per mettere fine a questi problemi è il bisturi. La nuova via per risolverli meglio, più rapidamente e con un vantaggio economico per il sistema sanitario è il cosiddetto approccio anteriore con l’utilizzo di cage di nuova generazione. Si tratta di una nuova tecnica operatoria, sperimentata per la prima volta in Francia, che da qualche giorno è stata importata anche in Italia nel reparto di Neurochirurgia del Cardarelli.
Una piccola rivoluzione che ribalta il paziente sul tavolo operatorio. Con questo nuovo sistema, infatti, si operano soggetti in posizione supina con una serie di vantaggi per chirurgo e per paziente. Attorno ai primi tre casi ha lavorato una équipe e di rango europeo coordinata dal francese Gilles Norotte dell’hospital Intercommunal des Alpes du Sud – Gap, inventore di questo nuovo sistema, da Claudio Fiore dell’ospedale San Giovanni Addolorata di Roma e da Michele Carandente, primario di Neurochirurgia del Cardarelli.
E sempre in questi giorni è partito anche il gruppo di formazione permanente che con due operazioni dimostrative al mese contribuirà alle diffusione di questa tecnica a colleghi provenienti da tutta Italia. II Cardarelli torna a fare scuola quindi. «Nel segno della tradizione inaugurata da Francesco Castellano negli anni ’50» dice orgoglioso Carandente, sottolineando l’impegno nel progetto dei vertici aziendali.
Fonte Il Mattino