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Una coppia può sopravvivere al tradimento?

È un momento molto complicato, ma se si riesce a superarlo davvero la vita di coppia ne giova molto

La monogamia sicuramente rappresenta degli indubbi vantaggi per i due partner, specie quando si parla di sicurezza sentimentale, sicurezza sessuale, malattie sessualmente trasmesse, garanzie riguardo alla paternità, ecc. Certo, questi aspetti positivi della coppia stabile spesso portano con sé situazioni non altrettanto piacevoli, per non chiamarli svantaggi, come la noia, la monotonia, una vita sessuale più limitata.

Tuttavia, si spera che chi decide di dar vita a una coppia stabile non abbia a cuore solo la sua collezione di orgasmi, ma abbia soprattutto in mente la possibilità di stabilire con il/la partner un rapporto di mutuo aiuto, di affetto, di solidarietà e di empatia.

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Il problema è che, anche chi parte con le migliori intenzioni, prima o poi si accorge che è molto difficile mantenere per sempre un comportamento coerente con la propria scelta di avere un rapporto esclusivo con il/la partner: la vita ci porta ad avere incontri, sfide, desideri che non sempre sono prevedibili o gestibili secondo i principi dell’etica personale e delle regole, esplicite o implicite, stabilite nel patto di coppia.

Una infedeltà occasionale dunque non dovrebbe mettere in discussione un rapporto di lunga durata, ma dovrebbe richiedere un atteggiamento flessibile e la capacità di comprendere e perdonare. Non si tratta di avere un rapporto di coppia aperta (che, come hanno dimostrato le comunità hippies negli anni Settanta, non funziona!), ma di imparare ad essere più flessibili in quei tradimenti non attivamente ricercati, o che possono capitare in situazioni particolari, come in una vacanza.

Anche le coppie più solide possono aver incontrato, nel loro percorso, dei momenti di infedeltà coniugale, senza che questi siano riusciti a turbare profondamente la relazione fra i partners. Anzi, in alcuni casi, un momento di crisi dovuto ad un’infedeltà, potrebbe essere utile alla coppia per cercare di ri-trovarsi e di ri-progettare il proprio rapporto, in base alle nuove esigenze che si sono venute a creare.

Nel 2001 The Journal of Family Psychology, riassumendo precedenti ricerche, aveva scoperto che l’infedeltà riguarda solo una minoranza dei matrimoni, visto che solo il 20-25% di tutti gli americani facevano sesso con qualcuno diverso dal proprio coniuge, mentre erano sposati. Nel 2010, il NORC, un centro di ricerca presso l’Università di Chicago, ha scoperto che, tra le persone sposate, ammettevano di aver tradito il 14 per cento delle donne e il 20 per cento degli uomini.

In realtà è sempre difficilissimo accertare la veridicità di questi dati estremamente «sensibili»: ad esempio, in un altro studio pubblicato qualche anno prima sul Journal of Family Psychology, alcuni ricercatori della University of Colorado and Texas studiando 4.884 donne sposate (sia con interviste faccia-a-faccia, sia attraverso la compilazione di questionari anonimi su Internet) riscontrarono che, nelle interviste, solo l’1 per cento delle donne ammetteva la propria infedeltà, mentre nel questionario anonimo la percentuale saliva ad oltre il 6%.

Un discorso a parte meritano, nell’ambito del tradimento, le scoperte della medicina e lo stato di salute fisica che ormai ci accompagna fino a tarda età. Infatti, tutto questo non poteva che avere implicazioni anche sessuali: l’infedeltà non a caso è in grande aumento fra gli uomini più anziani. Non molti anni fa, dei ricercatori della Università di Washington scoprirono che il tasso di infedeltà degli uomini sopra i 60 anni è cresciuto fino al 28% nel 2006, dal 20% che era nel 1991. Per le donne il dato è ancora più sorprendente: le donne sopra i 60 anni che hanno tradito nel 2006 erano il 15%, contro il 5% del 1991.  Il dato è sicuramente ricollegabile al Viagra e ad altri trattamenti per la disfunzione erettile, così come ai trattamenti di estrogeno e progesterone per le donne, che hanno ringiovanito gli organi sessuali.

Nelle coppie più giovani, dove il tasso di tradimento è pure altissimo, il dato sembra ricollegabile alla disponibilità di pornografia su Internet, materiale che sembra aver influito sulle percezione generale del comportamento sessuale «normale». In Italia la situazione non è poi così differente dai dati che abbiamo riportato sulla situazione americana: secondo una ricerca del Prof. Vincenzo Mastronardi, direttore della cattedra di psicopatologia forense presso la facoltà medica dell’Università Sapienza di Roma, in Italia ci sarebbe un partner infedele in un matrimonio su due.

A dire la verità, spesso è difficile prevedere l’argomento «tradimento» all’interno delle regole della coppia: molti partners potrebbero accettare il tradimento, ma non i discorsi sul tradimento, secondo la regola: «non dire-non chiedere». Altri invece potrebbero preferire i discorsi aperti, anche per cercare di superare insieme questo comune momento di difficoltà.

Se apparentemente la seconda opzione sembrerebbe quella più adatta a due persone che si amano e che desiderano non avere segreti l’una con l’altra, non bisogna dimenticare che accettare un tradimento non è sempre facile, e che la gelosia potrebbe diventare devastante, tanto da annullare tutte le buone intenzioni.

La decisione di accettare il tradimento potrebbe essere in alcuni casi l’ultima spiaggia per non perdere definitivamente il/la partner: in questo caso l’accettazione del dolore psicologico causato dall’infedeltà potrebbe risultare più facile, anche se è possibile che questa ferita narcisistica influisca poi sul tono dell’umore, portando la persona tradita verso la depressione e la perdita dell’autostima.

Anche se ci sono moltissimi luoghi comuni sull’argomento, come il fatto che gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere, è comunque innegabile che maschi e femmine della nostra specie concepiscano spesso la sessualità in modo diverso. Le donne hanno più difficoltà a separare il sesso dall’amore, mentre gli uomini possono «contentarsi» di vivere con la propria amante un ricco e soddisfacente rapporto fisico. In ogni caso, quando c’è un incontro, non si sa mai come possa finire, ed anche una storia di solo sesso, che apparentemente «non conta nulla» potrebbe distruggere un’intesa che dura da anni.

Non va inoltre dimenticato che ciascuno è intrappolato nelle convinzioni e nei pregiudizi della propria cultura di appartenenza. Possiamo fingere di non farci caso, ma tutti noi siamo più o meno interessati a «ciò che dice la gente». E ad essere traditi non ci si fa mai una bella figura…

Fino al Settecento, l’unione stabile fra un uomo e una donna aveva poco a che fare con l’amore: si trattava di matrimoni di interesse, spesso combinati dalle famiglie. Per questo il tradimento, una volta assicurata la fase riproduttiva, era considerato più che naturale nelle classi più elevate, mentre nelle classi sociali più povere era accettato solo quello maschile. Solo nel Novecento si è affermato il matrimonio d’amore e dunque l’unione fra due persone che si sono scelte sulla base di un vincolo sentimentale che coinvolge oltre che i rapporti materiali e sentimentali, anche quelli sessuali.

Non va dimenticato che la coppia spesso si fa famiglia e che una certa stabilità e la presenza dei genitori sono indispensabili ad un sano equilibrio dei figli. Una coppia responsabile dunque, meditando sul tema del tradimento, dovrebbe sempre tenere presente che non esistono solo le proprie esigenze ed i propri desideri, ma anche quelli dei propri figli, spesso del tutto in contrasto con i propri.

La completa soddisfazione sessuale nella coppia può non essere un indicatore efficace, quando ci si domanda se ha ancora un senso stare insieme: infatti, la persona con la quale nei propri venti anni si aveva un’intesa sessuale perfetta potrebbe essere l’ultima desiderabile a quaranta o cinquanta. Le persone del resto cambiano moltissimo durante la loro vita, così come cambiano i loro corpi, le loro fantasie, le loro esigenze. Pensare che nella coppia il livello di soddisfazione sessuale sia l’aspetto principale equivale a dire che non si crede in un rapporto di lunga durata, dal momento che difficilmente l’attrazione sessuale resta nel tempo il collante che tiene insieme le persone, dopo qualche decennio vissuto insieme.

La limitazione sessuale non è l’unica rinuncia che richiede un rapporto di coppia stabile: molte anzi sono le rinunce, molte le frustrazioni. Ciò nonostante, sempre più ricerche ci dimostrano che le unioni stabili permettono alle persone di essere più felici rispetto ai singles, di essere in migliore salute e perfino di avere una vita media più lunga. Tutto questo ovviamente deve avere una spiegazione, anche in termini di soddisfazione personale: evidentemente in molti casi essa c’è, ma non si vede, o meglio, non la si riconosce.

Di una cosa, credo si possa essere certi: la scelta monogamica non è mai una scelta «naturale», ma è soprattutto una scelta «culturale». Per questo, un tradimento occasionale in una coppia stabile dovrebbe essere inteso come l’eccezione che conferma la regola.
Testo di Walter La Gatta, psicologo e psicoterapeuta, blogger di IL SESSO E L’AMORE

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