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Un cortometraggio per superare la paura dell’anestesia

La paura del buio è la più atavica delle fobie. Irrazionale, incontrollabile, fonte di incubi e notti insonni per bambini e genitori, ma anche metafora della paura stessa, che si può affrontare solo con la consapevolezza, l’informazione e, a volte, affidandosi a qualcuno che indichi la strada “Oltre il Buio”. E questo è vero soprattutto quando la paura riguarda la salute, propria o di chi si ama.

Un cortometraggio per superare la paura dell’anestesia

Secondo un recente studio, tra le paure più diffuse in ambito medico, quella dell’anestesia è particolarmente radicata: il sonno dal quale oltre il 63% dei pazienti teme di non svegliarsi e sul quale, anche chi non ha questo timore, vorrebbe essere informato e rassicurato dal proprio anestesista rianimatore (95,5% degli intervistati). Un compito, quello dell’informazione al paziente, spesso poco valorizzato, al quale gli anestesisti-rianimatori già si dedicano quotidianamente e che rappresenta un importante tassello nel percorso perioperatorio. E proprio dall’esigenza di informare e rassicurare le persone attraverso la consapevolezza riguardo alla sicurezza delle procedure anestesiologiche, nasce il cortometraggio Paura del Buio di Mattia Lunardi, prodotto da Brandon Box con Eleonora Giovanardi, Marika Ivanytska e Giacomo Valdameri. Il corto è stato voluto da MSD Italia nell’ambito del progetto educazionale “Oltre il Buio” (#oltreilbuio) con il patrocinio di SIAARTI (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva).

Gruppo San Donato

Il cortometraggio Paura del Buio è il primo tassello della campagna di informazione #oltreilbuio, promossa da MSD Italia e SIAARTI sui rispettivi canali social per informare il pubblico sulla sicurezza delle procedure anestesiologiche e sul ruolo del medico anestesista-rianimatore.

Il ruolo dell’anestesista rianimatore e intensivista

A questo proposito, commenta Antonello Giarratano, Presidente SIAARTI: «L’anestesista rianimatore e intensivista in Italia ha aiutato a sconfiggere la paura e la malattia che in tantissimi hanno affrontato nelle terapie intensive lottando contro il Covid-19. Aiuta ogni giorno i tantissimi cittadini che nelle terapie intensive e nelle sale operatorie combattono la malattia, la paura e il dolore. Per competenza e formazione è nello stesso tempo un comunicatore e un professionista che fa della cultura e della scienza il proprio obiettivo e strumento di salute pubblica. Come medico perioperatorio prepara l’individuo sotto il profilo medico e psicologico, prevede la sua gestione anche “tecnica e tecnologica” intraoperatoria avendo conoscenza completa delle funzioni e disfunzioni di organi e apparati, programma un trattamento post-operatorio teso a prevenire le complicanze e contenere sofferenza e dolore. Lo stesso lavoro con competenza e qualità avviene nelle aree d’emergenza, nelle terapie intensive nelle strutture e Centri di terapia del dolore e cure palliative. Comunicazione e scienza sono la sintesi di questa professione».

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