Il 70% di tutti i tumori al seno sono positivi al recettore ormonale (HR+) e negativi al recettore HER2. Sono tumori da cui si può guarire, soprattutto se il tumore è in fase iniziale, tenendo sotto controllo le donne che potrebbero essere più a rischio di una nuova comparsa del tumore.
«Si parla di tumore al seno in fase iniziale quando non c’è stata diffusione metastatica, vale a dire non sono presenti metastasi a distanza» spiega Lucia Del Mastro, Professore Ordinario di Oncologia Medica all’Università di Genova e Direttore della Clinica di Oncologia Medica all’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova. «Nella fase iniziale del tumore, dopo l’intervento chirurgico si decide il trattamento post-operatorio, il cosiddetto trattamento adiuvante, in base a una serie di fattori che ci aiutano a capire qual è il rischio che queste donne possano sviluppare metastasi. Circa il 15% dei tumori HR+/HER2- è a rischio aumentato di sviluppare metastasi e oggi abbiamo una nuova terapia per ridurre il rischio di recidiva anche in questi casi».
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Tumore al seno: nuova terapia riduce il rischio di recidiva del 35%
Il nuovo farmaco si chiama abemaciclib, e in associazione alla terapia endocrina adiuvante, riduce il rischio di recidiva del 35%. «Il trattamento con abemaciclib in combinazione con la terapia endocrina ha dimostrato di
ridurre in maniera importante il rischio di recidiva nelle pazienti con tumore al seno in stadio iniziale ma con un elevato rischio di ripresa di malattia» conferma Valentina Guarneri, Professore Ordinario di Oncologia Medica e Direttore della Scuola di Specializzazione in Oncologia Medica all’Università di Padova.
«Il fatto che ci sia un effetto di riduzione sul rischio di metastasi a distanza è un aspetto assolutamente rilevante, perché sappiamo che l’evento metastasi a distanza è quello che maggiormente condiziona la prognosi di queste pazienti. Quindi quello che ci aspettiamo è che questo trattamento riesca ad aumentare la proporzione di pazienti guarite».
Gli ultimi decenni hanno segnato un profondo cambiamento nella diagnosi, nell’assistenza e nel trattamento del carcinoma della mammella: basti pensare alla possibilità di accedere ai programmi di screening programmati, ai progressi della chirurgia e a terapie sempre più mirate sulla tipologia di tumore al seno e che tengano conto delle esigenze delle pazienti. La disponibilità di abemaciclib come prima nuova terapia in associazione alla terapia endocrina adiuvante da quasi due decenni rappresenta un importante passo avanti per le prospettive delle pazienti con EBC HR+/HER2- ad alto rischio.