Negli Stati Uniti ritorna la paura per l’ameba “mangia-cervello”, il parassita capace di penetrare nella scatola cranica attraverso il naso per nutrirsi letteralmente dell’encefalo delle malcapitate vittime. L’ultima sarebbe una ragazza di appena 18 anni, secondo quanto riportano le autorità sanitarie dell’Ohio sui media americani.
La ragazza è deceduta per meningoencefalite alcuni giorni dopo una gita con l’oratorio al National Whitewater Center in North Carolina, centro ufficiale di allenamento della squadra olimpica statunitense dove i ragazzi adorano andare a praticare canoa, rafting e kayak.
Secondo i sanitari, l’infiammazione dell’encefalo e delle meningi che ha causato il decesso dell’adolescente sarebbe stata scatenata da un piccolo parassita, chiamato Naegleria fowleri, che vive e prolifera in acque dolci come quelle in cui la vittima avrebbe praticato sport con i compagni di viaggio. L’ameba potrebbe essere entrata nelle cavità nasali della ragazza durante le attività in acqua e, durante i nove giorni di incubazione, sarebbe risalita nella scatola cranica causando l’infiammazione rivelatasi poi fatale.
Le autorità spiegano che non c’è nulla da fare per prevenire questo genere di infezione, che comunque rimane una eventualità rarissima: dal 2006 al 2015, negli Stati Uniti sono stati segnalati solo 37 casi, a fronte dei milioni di persone che ogni anno nuotano e fanno attività sportive in acque dolci. E’ dunque molto più probabile l’affogamento, che tra il 2001 e il 2010 ha causato più di 34.000 decessi. Quello che è certo, è che l’infezione da Naegleria fowleri è quasi sempre letale: sulle 138 persone colpite negli Usa negli ultimi 50 anni, solo tre sono sopravvissute. L’ultimo caso è quello di una 12enne dell’Arkansas, che ha vissuto questa brutta avventura nel 2013 ed è stata salvata grazie ad un mix sperimentale di farmaci.
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