Un impianto cerebrale per tornare a parlare dopo che a causa di un ictus un uomo bilingue non era più in grado di articolare parole. È la prima volta al mondo che succede: questa scoperta dà un forte impulso alla ricerca nel campo delle neuroprotesi per il ripristino della parola. A mettere a punto questo device i ricercatori dell’Università di San Francisco negli Stati Uniti.
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Impianto cerebrale per tornare a parlare grazie all’intelligenza artificiale
Si tratta di un dispositivo che vede l’utilizzo di un sistema di intelligenza artificiale, che collegato all’impianto cerebrale, decodifica all’istante quello che il paziente vuole dire, usando o l’inglese o lo spagnolo, che l’uomo parlava prima dell’ictus. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica Nature Biomedical Engineering.
Il paziente aveva avuto un ictus a 20 anni, che ha paralizzato alcune parti del suo corpo, compresa quella che permette di parlare. Prima di questo intervento poteva solo emettere dei gemiti. Edward Chang, scienziato dell’Università di San Francisco, l’ha seguito per valutare gli effetti a lungo termine dell’ictus.
Com’è avvenuto l’intervento chirurgico?
Tre anni fa il gruppo di lavoro ha inserito nella corteccia cerebrale del paziente degli elettrodi per registrarne l’attività neurale, che è stata tradotta in inglese su uno pc. Il paziente è però di madrelingua spagnolo e ha imparato l’inglese solo dopo l’ictus. Di conseguenza è la sua lingua madre che è più legata ai ricordi. Per questo i ricercatori hanno deciso che l’uomo parlasse anche in spagnolo. Per fare questo hanno sviluppato un sistema basato sull’intelligenza artificiale.
Come funziona l’impianto cerebrale per tornare a parlare?
L’intelligenza artificiale è stata addestrata per intuire le parole che potrebbero susseguirsi nella frase. In pratica cerca di indovinare le parole e capire la lingua in cui sono espresse per tentare di costruire una frase. L’IA riesce nell’88% dei casi a capire immediatamente se deve comunicare in inglese o in spagnolo. Alta anche l’affidabilità nel pronunciare la frase, con un indice di esattezza che si aggira intorno al 75 per cento.
Studi precedenti sostenevano che a seconda della lingua parlata si accendono diverse aree del cervello. Questo studio invece ha dimostrato che si accendono praticamente le stesse aree, tranne qualche eccezione. Altre ricerche sostenevano che i bambini cresciuti bilingue hanno specifiche risposte neurologiche. In realtà il paziente ha avuto le stesse risposte anche se ha imparato la secondo lingua solo dopo i trent’anni.