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Test salivare per Covid nelle scuole: come funzionano? Sono sicuri?

Il governo vorrebbe utilizzarli per tenere sotto controllo la situazione della pandemia tra studenti e scolari. Qual è la loro efficacia? Sono invasivi?

Arriva un nuovo strumento per la diagnosi di massa di Covid 19: il test salivare. Dopo il tampone molecolare classico e quello rapido antigenico (da maggio ci sarà anche quello fai da te), ecco un dispositivo di facile utilizzo che potrebbe essere un’arma in più nel tentativo di individuare il più presto possibile nuovi casi di contagio. L’utilità sarà nello scovare soprattutto le forme asintomatiche, che sono la maggior parte nella popolazione scolastica.

Test salivare: come funziona?

Non tutti gli esperti sono concorsi. Per Maria Rosaria Capobianchi possono essere un metodo valido per il controllo a campione della diffusione di Covid 19 nelle scuole. Essendo ancora sperimentale, la loro efficacia dovrà essere valutata sul campo. La direttrice del Laboratorio di virologia dell’Istituto nazionale malattie infettive Spallanzani di Roma ha spiegato che alcuni test svolti nella scuole del Lazio hanno dato riscontri promettenti. Parlando all’Ansa la dottoressa ha paragonato il campione di saliva a quello di muco raccolto con il tampone naso-faringeo.

Gruppo San Donato

Esperimento svolto in Lazio ha dato risultati positivi

La signora Capobianchi ha sottolineato come siano diverse le ricerche scientifiche che hanno dimostrato la validità dell’uso della saliva come campione per le analisi. Ci sono molti kit. L’importante è che abbiano il riconoscimento e la marchiatura CE, dell’Unione europea. Quello ad esempio utilizzato nella regione Lazio per gli esperimenti fatti aveva queste caratteristiche. Nel mese di ottobre i ricercatori hanno analizzato i campioni di saliva di 2.000 studenti in cinque diversi istituti scolastici. Come si diceva i risultati sono stati confortanti.

Test salivare: non tutti gli esperti sono d’accordo nell’utilizzarlo

Non è d’accordo sull’utilizzo dei test salivari il virologo Massimo Clementi. Il direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano e docente all’università Vita-Salute ha chiarito che secondo la sua esperienza «il test antigenico salivare non ha ancora dato grandi evidenze di sensibilità. Quindi io, al momento, farei quel che si è sempre fatto in passato: monitorare se ci sono casi usando i test molecolari». L’esperto ha spiegato che potrebbero essere utilizzati «quando servono, con interventi mirati e non così a tappeto. E tracciare i contagi, identificare gli infetti, isolare e mettere in quarantena quando serve».

L’approvazione da parte del ministero della Salute dovrebbe arrivare prestissimo. Saranno a scopo di sorveglianza. La diagnosi vera e propria resterà compito dei tamponi molecolari.

Perché si è scelto il test salivare?

Il primo motivo è di opportunità. Innanzitutto si tratta di un esame non invasivo. Questo facilita l’impiego anche sui bambini delle elementari e sui ragazzini delle scuole medie inferiori. Poi c’è da sottolineare che è molto più rapido. In caso di positività si passa all’esame molecolare, sempre del campione di saliva, senza dover fare una seconda raccolta del campione di muco. Già poche ore dopo avremo il risultato definitivo. In pratica se sono fatti al mattino, già nel pomeriggio si possono prendere eventuali provvedimenti di quarantena o isolamento.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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