Stringere la mano del presidente degli Stati Uniti Barack Obama non è una cosa da tutti i giorni, ma diventa ancora più straordinaria se a farlo è un giovane tetraplegico, il primo al mondo capace di percepire in modo realistico la forza della stretta sulle dita grazie ad un braccio robotico direttamente collegato al cervello.
Un chip impiantato nel cervello
Il suo nome è Nathan Copeland, 28 anni, sulla sedia a rotelle da quando ne aveva 18 per colpa di un incidente stradale che gli ha lesionato il midollo spinale facendogli perdere completamente la funzionalità di braccia e gambe. Dopo anni di difficoltà fisiche e psicologiche, oggi Nathan ha finalmente riacquistato il senso del tatto grazie ad un chip impiantato nel cervello.
Come funziona questo sistema
Questa innovativa interfaccia uomo-macchina, sviluppata all’Università di Pittsburgh, in Pennsylvania, agisce stimolando elettricamente i neuroni deputati all’elaborazione delle informazioni sensoriali provenienti dalle mani: riesce così a ricreare in maniera realistica la percezione degli stimoli pressori, anche attraverso l’ausilio di un braccio robotico direttamente collegato al cervello. La funzionalità del braccio robotico e la sua capacità di percepire le sensazioni tattili sono state testate per mesi nei laboratori dell’ateneo, come dimostrano i dati pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine.
I risultati
Nei test di laboratorio, Nathan ha dimostrato di percepire il 93% degli stimoli come “verosimilmente naturali”. Il senso del tatto si è conservato anche quando il suo cervello è stato collegato al braccio robotico: in questo caso ha riconosciuto correttamente l’84% degli stimoli applicati alle singole dita. Le sue sensazioni si sono mantenute stabili anche a sei mesi di distanza.
Elisa Buson
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