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Smog e bambini: a Milano parte un maxi studio su 750 under 18

Le polveri sottili nelle grandi città tornano alle stelle e più di un sindaco sta pensando ai primi blocchi del traffico della stagione. Da Milano, dove i bimbi arrivano ad ammalarsi circa un terzo in più rispetto ai coetanei delle città del Centro-Sud Italia, sta per partire un maxi-studio sugli effetti dello smog nei piccoli.

Le polveri sottili nelle grandi città tornano alle stelle e più di un sindaco sta pensando ai primi blocchi del traffico della stagione. Da Milano, dove i bimbi arrivano ad ammalarsi circa un terzo in più rispetto ai coetanei delle città del Centro-Sud Italia, sta per partire un maxi-studio sugli effetti dello smog nei piccoli.

L’indagine scatterà il 1 novembre e coinvolgerà in tutto 750 under 18 (250 entro i primi 5 anni di vita e 500 dai 5 ai 17 anni) con problemi respiratori: broncospasmo ricorrente (respiro che fischia) o asma. A lanciare lo studio è l’Ambulatorio di pneumologia dell’Unità operativa complessa di Pediatria 1 della Fondazione Policlinico e sarà seguito da Susanna Esposito, direttrice facente funzione della Uoc, Paola Marchisio, responsabile dell’Ambulatorio di infettivologia respiratoria, Maria Francesca Patria, a capo dell’Ambulatorio di pneumologia e allergologia pediatrica e Samantha Bosis dell’Ambulatorio di infettivologia e immunoprofilassi.

Gruppo San Donato

«Sugli effetti dell’inquinamento ambientale nella popolazione pediatrica non ci sono ancora dati raccolti da studi – spiega Esposito – Sappiamo che in inverno i bambini si ammalano di più, ma resta ancora da quantificare il reale impatto dello smog da una parte, e dall’altra dei virus o di fattori diversi come ad esempio le allergie, l’età, il fumo materno, il numero di ore trascorse all’aria aperta e il fatto di abitare in zone più o meno trafficate. Ora vogliamo fare chiarezza”, con un lavoro che potrebbe anche servire a orientare meglio gli interventi delle Istituzioni.

Le esperte avevano confermato che «nei giorni di Pm10 alle stelle gli accessi di casi gravi al pronto soccorso aumentano fra gli adulti, ma anche tra i bambini». Infine, «se negli anni ’80 i bimbi colpiti da infezioni respiratorie fino a 8 volte l’anno nei primi 3 anni di vita e fino a 6 volte dopo erano il 5% circa, ora siamo arrivati al 25%». Un dato quintuplicato in 30 anni.

Un altro elemento che verrà valutato è la suscettibilità agli inquinanti dovuta a particolari assetti genetici: anche il Dna può aumentare la vulnerabilità allo smog. Ci concentreremo quindi sui polimorfismi di particolari geni coinvolti nella cosiddetta immunità innata, i primi che entrano in azione di fronte a uno stimolo irritativo infettivo o ambientale.

E intanto ci si prepara alle domeniche a piedi che dice Susanna Esposito servono a poco. “Per quanto riguarda le modalità più opportune per contenere il rischio smog – precisa – credo ci siano persone molto più esperte di me», ma «non credo che una domenica senza traffico una volta la mese o una volta ogni tanto possa essere utile» sul lungo periodo.

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