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Scompenso cardiaco: Intelligenza artificiale può prevedere il rischio

Nuova applicazione dell'IA che sta sempre più rivoluzionando il mondo della ricerca scientifica

Si può prevedere lo scompenso cardiaco? Con l’Intelligenza Artificiale sì. Lo sostiene uno studio dell’Università di Dundee, in Scozia, che ha dimostrato che si possa usare l’IA per predire se una persona sia a rischio di questa malattia cardiovascolare, che dopo i 65 anni rappresenta la prima causa di ricovero in ospedale. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica ESC Heart Failure.

Cos’è lo scompenso cardiaco?

Lo scompenso cardiaco è il nome che i medici danno a un gruppo di sintomi, provocato dall’incapacità del cuore di contrarsi regolarmente e quindi di permettere al sangue di raggiungere tutti gli organi. Si parla spesso in questo caso di insufficienza cardiaca.

Gruppo San Donato

Quali sono i sintomi?

All’inizio spesso i pazienti sono asintomatici o hanno problemi lievi. L’esempio tipico è un po’ di affanno dopo sforzi importanti. La malattia però è progressiva e man mano che passa il tempo i sintomi diventano più evidenti. Quello più comune in genere è la dispnea, o mancanza di fiato, sia sotto sforzo, ma spesso anche a riposo. La difficoltà a respirare bene può insorgere anche quando ci sdraiamo supini, quindi a pancia in su. Tra gli altri sintomi:

  • tosse,
  • confusione e difficoltà alla memoria,
  • stanchezza,
  • addome gonfio e dolente,
  • edema alle gambe.

Per prevedere lo scompenso cardiaco, come i ricercatori hanno utilizzato l’IA?

Utilizzando l’Intelligenza Artificiale i ricercatori hanno analizzato le immagini del cuore contenute nella biobanca Scottish Health Research Register (Share), un database che raccoglie informazioni sulla salute di persone che scelgono di condividere esami, diagnosi e terapie nel corso della loro vita. In questo modo sono riusciti a individuare chi avesse lo scompenso cardiaco, grazie all’analisi di cartelle cliniche elettroniche e scansioni ecocardiografiche.

Cos’è il deep learning e come aiuta la ricerca scientifica?

Il gruppo di lavoro ha utilizzato un software di deep learning, un metodo di Intelligenza Artificiale, che insegna ai computer a elaborare i dati in un modo molto simile all’elaborazione che avviene nel nostro cervello. A differenza però delle nostre capacità, può analizzare una mole di dati imponenti in pochissimo tempo. I vantaggi quindi sono due: è molto veloce e ragiona praticamente come noi.

Grazie a questo software i ricercatori hanno ottenuto una quantità significativa di valutazioni dettagliate sulla funzione del cuore e sulla sua struttura. Queste migliori misurazioni sono di grande aiuto per arrivare alla diagnosi dello scompenso cardiaco, arrivando anche a predirne il rischio.

Con l’Intelligenza Artificiale il gruppo di lavoro ha potuto quindi analizzare in modo veloce e più efficace enormi quantità di cartelle cliniche, riuscendo a scovare anche anomalie funzionali e strutturali, che non sarebbero state individuate in modo tradizionale.

Sempre più campi d’azione per la ricerca scientifica grazie all’Intelligenza Artificiale

Questa è solo l’ultima notizia sull’applicazione dell’Intelligenza Artificiale. Già negli scorsi mesi si è parlato di IA come strumento per diagnosi più precise e veloci anche per il tumore al seno. L’uso di software di IA può aiutare anche a far recuperare la voce a chi l’ha persa momentaneamente o in modo cronico. Anche per i tumori del sangue, l’IA ha dimostrato di essere un valido supporto, come per la fecondazione assistita e per la colonscopia.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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