Diagnosi precoce e terapie tempestive consentono di tenere sotto controllo la sclerosi multipla. Come sottolineato al congresso annuale della Società Italiana di Neurologia, tecniche diagnostiche come la risonanza magnetica consentono di intervenire prima che la malattia progredisca.
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Gli strumenti per il monitoraggio della malattia
«La risonanza magnetica è cruciale per la diagnosi e il monitoraggio del paziente» conferma Massimiliano Calabrese, Professore di Neurologia al Dipartimento di Neuroscienze Biomedicina e Movimento dell’Università di Verona. «È una tipologia di tecnica che consente di identificare precocemente i pazienti a rischio di evolvere verso forme gravi di malattia e quindi di trattarli con terapie aggressive ed efficaci il più precocemente possibile, quando i segni clinici non permettono ancora di rilevare i pazienti con la forma più severa di malattia».
Terapie per la sclerosi multipla: il ruolo di ofatumumab
Oggi per le terapie più innovative ed efficaci sono disponibili dati di controllo che confermano l’efficacia e la sicurezza. È il caso del farmaco ofatumumab, al centro di uno studio di controllo condotto nei dodici centri di sclerosi multipla del Lazio.
«La nostra analisi ha restituito dati di real world relativi all’efficacia e alla sicurezza di questo trattamento» spiega Antonella Conte, Professore Associato di Neurologia al Dipartimento di Neuroscienze Umane – Sapienza Università di Roma. «Successivamente, attraverso una stratificazione che teneva conto di un indice di fragilità dei pazienti, calcolato in base all’età e alla presenza di altre patologie, abbiamo potuto confermare che il farmaco è efficace e sicuro indipendentemente dalla complessità biologica dell’individuo».
Sicuro anche dopo sei anni di trattamento
«Per alcune terapie con farmaci come ofatumumab, il primo anticorpo monoclonale anti-CD20 completamente umano, oggi abbiamo dati che si riferiscono a un follow up di oltre sei anni e questo ci rassicura sul profilo di sicurezza ed efficacia, con un’ottima tollerabilità da parte dei pazienti, senza problematiche critiche dal punto di vista della sicurezza, e dati d’efficacia assolutamente confortanti» commenta Massimiliano Mirabella, Professore di Neurologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.