C’è ancora un forte bisogno di conoscenza sul tumore alla vescica. Questo tipo di neoplasia viene spesso sottovalutato poiché non presenta sintomi specifici all’esordio tali da permettere una diagnosi precoce. Uno dei principali campanelli d’allarme è la comparsa di sangue nelle urine, che può manifestarsi in maniera discontinua ma quando si verifica è un segno che va immediatamente riferito al medico di famiglia per predisporre accertamenti e poter fare una diagnosi precoce. È importante infatti riconoscere tempestivamente un eventuale tumore della vescica per aumentare le possibilità di cura.
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Parte la campagna di sensibilizzazione di Merck Italia
A tal riguardo la campagna “Tumore della vescica: Conoscilo, Controllalo, Curalo” propone risorse narrative numerose e diversificate: tre ministorie in motion-graphic per accendere i riflettori sull’importanza di riconoscere i tre sintomi principali (ematuria, minzione frequente, bruciore durante la minzione). Ma anche tre interviste “a tre”: paziente, specialista e infermiere, che racconteranno l’esperienza della diagnosi e l’incontro del paziente con la
patologia, in un serrato “botta e risposta”.
La campagna di comunicazione è promossa da Merck Italia in collaborazione con Associazione PaLiNUro, Salute Donna e Salute Uomo e i messaggi della campagna saranno veicolati sulle pagine Facebook delle Associazioni partner del progetto.
«In Italia ogni anno sono circa 30.000 i nuovi casi di tumore vescicale. Tra i fattori predisponenti ci sono il fumo di sigaretta con effetto irritativo e cancerogeno sulla mucosa vescicale e l’esposizione a sostanze chimiche tossiche di origine industriale come coloranti e solventi» spiega Cinzia Ortega, Direttore SOC di Oncologia ASL CN2 Alba-Bra, Ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno.
Sangue nelle urine: uno dei sintomi del tumore alla vescica
«I sintomi sono spesso sfumati, come la comparsa di sangue nelle urine, ma è essenziale riconoscerli precocemente perché siamo in grado di trattare questo tumore con efficacia se individuato nelle sue fasi iniziali. Oggi sono disponibili diverse opzioni terapeutiche da proporre al paziente, ma tutte le decisioni vanno prese in ambito multidisciplinare. Anche per la malattia avanzata o metastatica abbiamo terapie che possono aumentare l’aspettativa di vita. La cosa importante è definire strategie terapeutiche integrate con terapie in combinazione o in sequenza, che tengano conto della tipologia di paziente e della sua progressione di malattia».