Gli inglesi lo hanno battezzato ‘Dry January’. Quale periodo migliore infatti, dopo aperitivi e brindisi natalizi, per regalare una pausa al fegato (e all’intero organismo, in realtà), astenendosi completamente dall’alcol? E se c’è chi ha detto stop proprio l’1 gennaio, promettendo di ‘resistere’ alle tentazioni del pub fino a fine mese, si può scegliere un qualsiasi altro giorno per aderire all’iniziativa. L’importante non è quando si inizia ma l’astensione prolungata dall’alcol: 31 giorni, un mese simbolico. Lanciata nel Regno Unito dall’associazione Alcohol Concern, e supportata dalla sanità pubblica inglese, la campagna annuale richiama al consumo responsabile di bevande alcoliche. Risparmia soldi, perdi peso, recupera energie: è ciò che si guadagna al termine di questa sfida con se stessi, lo spiega il video dell’inziativa.
Seppure noti, i rischi correlati a un abuso di alcol sono spesso sottovalutati. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) non ci sono dubbi: l’alcol e i suoi derivati sono cancerogeni e tossici per l’organismo. Numerosi studi confermano che superato il bicchiere al giorno, quantità limite per tutelare la salute, aumenta il rischio per oltre 200 patologie tra cui malattie cardiovascolari, al fegato e disturbi mentali, e per 14 tipi di tumore. Rispetto agli uomini, le donne sono più vulnerabili per una minore capacità di metabolizzare l’alcol, ancora più esposti ai rischi i giovanissimi: prima dei 18-21 anni l’organismo non raggiunge la piena funzionalità di ‘smaltimento’ dell’alcol. Che senso ha non toccare un goccio d’alcol per un mese? Oltre ai benefici per la salute, gli esperti UK sono convinti che possa far leva su uno stile di vita più salutare e servire ai giovani per capire che il divertimento può essere alcol-free. Oltre 40 mila inglesi hanno già aderito al mese di astinenza, e sono nate simili iniziative come il Dryathlon, lanciata da Cancer Research UK, che ha già coinvolto 50 mila persone. E in Italia, chi riesce a stare 31 giorni senza alcol nel bicchiere?
