La malattia da pneumococco è un’infezione che può causare infezioni gravi e potenzialmente pericolose per la vita come batteriemia (infezione nel flusso sanguigno), polmonite batterica e meningite. Sebbene esistano più di cento diversi tipi di pneumococco, chiamati sierotipi, un numero selezionato di questi è responsabile della maggior parte delle infezioni causate da questi batteri.
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Polmoniti e meningiti: il vaccino più efficace disponibile anche per bambini e adolescenti
Il vaccino pneumococcico 15-valente è stato sviluppato per mantenere una forte risposta immunitaria verso i 15 tipi più pericolosi. Finora il vaccino pneumococcico 15-valente era destinato ai maggiori di 18 anni, ma la Commissione Europea recentemente lo ha approvato anche per i neonati, i bambini e gli adolescenti. «La grossa novità introdotta da questo vaccino, che sino ad oggi era approvato per i soggetti di età pari o superiore ai 18 anni, è l’ampliamento dell’indicazione ai bambini e agli adolescenti per prevenire le patologie invasive e non invasive da pneumococco. Si è chiuso un cerchio, per così dire, perché il 15-valente si può oggi utilizzare a partire dalle 6 settimane di vita e fino ai 18 anni. È un grosso passo in avanti per la sanità pubblica, perché maggiore è il numero dei sierotipi e più alta è la protezione conferita alla popolazione» commenta Giancarlo Icardi, Direttore UOC di Igiene, IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova – DISSAL Università di Genova.
Anche i bambini che hanno ricevuto una prima vaccinazione con un vaccino 13-valente possono passare a un vaccino 15-valente per aumentare la possibilità di prevenire le patologie invasive. «L’indicazione a questo vaccino ci dà la possibilità di poter “shiftare” da un vaccino all’altro in qualsiasi momento ci troviamo del calendario vaccinale» spiega Michele Conversano, Direttore Dipartimento di Prevenzione, ASL Taranto. «Il bambino che ha fatto già una prima o una seconda dose con il vaccino 13-valente può completare il ciclo vaccinale primario con il vaccino 15-valente. Questo semplifica molto e avvantaggia la vita dei centri vaccinali: in passato non è stato così per altri vaccini ed il passaggio da un vaccino all’altro è stato più laborioso. Le coperture in Italia sono abbastanza alte, ma l’obiettivo deve essere quello di raggiungere in ogni Regione quel 95% previsto dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale».