A distanza di 14 anni dalla prima copertina, Anna Falchi torna a raccontare della mastoplastica additiva alla quale si è sottoposta a soli 18 anni. A questo intervento, poi, ne è seguito un altro, che le ha consentito di avere un décolleté tanto invidiato.
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Anna Falchi si sottopone a una mastoplastica additiva a soli 18 anni
Da ragazza ero un po’ insicura e non soddisfatta della mia fisicità. Ero una tipa alta, magra e vedevo in me una figura sproporzionata: il seno era piccolo, e asimmetrico, rispetto ai fianchi troppo larghi. Ero consapevole che lavorare nel mondo dello spettacolo avrebbe comportato una cura particolare del mio corpo, che, senza ipocrisia, consideravo il mio biglietto da visita. Le mie colleghe, poi, erano tutte così formose… E il mio décolleté sembrava, ancora di più, proprio fuori moda. È stato a quel punto che decisi, come ho già raccontato a OK nel 2006, di sottopormi a un intervento di mastoplastica additiva.
Dopo 10 anni l’attrice si è sottoposta a un secondo intervento
Presi l’aereo e a soli 18 anni mi presentai dal chirurgo plastico per chiedere un seno nuovo, abbondante, che poi pagai a rate. Fu un colpo di testa, ma quando si è giovani si è un po’ folli. Il seno nuovo era perfetto e ha contribuito in parte alla mia fortuna nel mondo dello spettacolo. L’intervento andò benissimo e per una decina d’anni non riscontrai nessun tipo di problema, finché un giorno mio fratello mi fece notare che uno dei due seni era più piccolo dell’altro.
Mi guardai immediatamente allo specchio e mi accorsi che aveva ragione. A quel punto presi subito appuntamento da uno specialista e questa volta, a differenza della prima, cercai un medico specializzato in chirurgia ricostruttiva. Mi recai da lui e dopo una breve visita mi disse che una delle due protesi aveva subito una perdita, si era formata una sorta di camera d’aria. In poche parole: era arrivato il momento di fare un «tagliando alle gomme». Quelle nuove, però, dovevano essere più naturali possibili e per raggiungere questo risultato il chirurgo mi ricostruì anche il famoso «golfo», ovvero il solco intermammario che dona armonia al décolleté. Il risultato di quell’operazione fu un successo e uscii dalla clinica molto soddisfatta.
Le protesi al seno sono sicure oppure no?
Durante la gravidanza di Anna Falchi è filato tutto liscio
Ora, a 15 anni da quell’operazione, le «gomme» sono ancora perfette e la cicatrice sotto la mammella è talmente piccola che quasi mi fa dimenticare di quella «revisione». Durante quest’arco temporale non ci sono mai stati effetti collaterali o inconvenienti di alcuna natura. La «manutenzione» è di tipo ordinaria, cioè mi reco dal dottore per le normali visite di prevenzione al seno come fanno tutte le donne, anche quelle senza protesi. Nel periodo della gravidanza tutto è filato liscio e il mio petto si è comportato alla stessa maniera di uno naturale, con il vantaggio, però, di averlo avuto sempre bello tonico e compatto. Insomma, neanche mi ricordo di avere dentro due protesi e, stando a quello che mi dice il mio medico di fiducia, non ci sarà bisogno di un altro intervento del «meccanico».
La sicurezza in se stessi è una conquista della maturità
Nonostante l’inconveniente della prima operazione e un po’ di dolore che ho provato nel post operatorio, considero la mastoplastica additiva come una risorsa preziosa e un diritto per le donne, perché, da un lato, migliora una delle parti del corpo che, con il passare del tempo, inevitabilmente si affievolisce e, dall’altro, aiuta a superare il disagio psicologico che un décolleté piccolo o irregolare può causare.
Ritengo, invece, superficiali e dannosi tutti quei ritocchini a cui sempre più giovani aspirano per raggiungere quell’ideale di bellezza veicolato dai social network. È sufficiente scorrere per qualche minuto le pagine di Instagram per rendersi conto che le ragazze ormai si somigliano tutte: zigomi alti, occhi tirati e labbra a canotto. Bloccate dal botox in ogni accenno di espressività, non hanno ancora capito che dovranno fare i conti con l’età che avanza e allora mi chiedo: che cosa saranno disposte a fare? Da una parte, però, le capisco, perché la sicurezza in se stessi è una conquista della maturità, fase della vita in cui si impara ad amare anche ciò che non ci piace di noi.
Anna Falchi