Era la fine degli anni 80. Dopo i fortunatissimi duetti con Gianni Morandi e Mike Francis ero alla ricerca di una mia strada artistica e di sdoganarmi dall’etichetta di semplice cantante dance. Dal punto di vista personale, con mio marito vivevo una fase decisamente positiva. Ma sotto l’aspetto professionale ero inquieta e agitata, turbata dalle sfide che avrei dovuto affrontare. Lo sottolineo perché ritengo che quel mio stato emotivo ansioso e irrequieto abbia contribuito alla comparsa delle cefalee acute, di cui non avevo mai sofferto prima.
Ero molto preoccupata: i farmaci non facevano effetto
Ma andiamo con calma. Tutto è iniziato con un gonfiore improvviso intorno all’occhio destro. Poi, nel giro di poco, un dolore lancinante mi ha paralizzato mezzo volto, dalla mandibola alla fronte passando per l’occhio gonfio. Che esperienza terribile! Sono stata costretta a letto, totalmente al buio, per ben tre giorni, vittima di fitte atroci che mi impedivano di affrontare qualsiasi attività. Non mi era mai accaduto. E, ovviamente, mi sono preoccupata da morire.
Appena mi sono ripresa, la prima cosa che ho fatto è stata sottopormi a una lastra al cranio per capire l’origine di quel dolore insopportabile. Temevo si trattasse di un tumore, tanto avevo sofferto. Paura infondata, per fortuna. Le indagini radiografiche hanno rivelato però una infiammazione del nervo trigemino. Per tenere sotto controllo il problema, il medico mi ha prescritto dei farmaci anticonvulsivanti. E, seppur contraria per principio all’uso prolungato di medicinali, ho cominciato subito la cura farmacologica, purtroppo però senza risultati apprezzabili. Anzi: la frequenza delle crisi aumentava e a forza di pillole mi venne pure qualche disturbo allo stomaco.
Dopo soli tre trattamenti mi sentivo meglio
Ero sconfortata. E cominciavo a temere che la situazione si cronicizzasse. Così una mattina, dopo il terzo dolorosissimo attacco, mi sono rivolta alla mia dottoressa di base. Secondo lei, potevo tentare un approccio diverso e naturale di cui lei stessa era esperta: l’agopuntura. Tecnica antichissima contro il dolore, consiste nell’applicare aghi monouso di acciaio in varie parti del corpo, del diametro di circa 0,30 millimetri e di una lunghezza che può variare da un centimetro e mezzo fino a sette centimetri. Ovviamente ho deciso di provare subito questa strada, tra l’altro priva di controindicazioni. Ed è stata la svolta.
I benefici sono stati quasi immediati. Tanto per cominciare, dopo appena tre trattamenti quell’allucinante mal di testa che mi metteva ko è completamente sparito. In cambio, ho guadagnato una pelle del viso più tonica e levigata. Già, perché l’uso degli aghi stimola la sintesi di collagene, la muscolatura del viso e la circolazione sanguigna, con il risultato che fin dalla prima seduta il volto appare più luminoso, elastico e giovane. Insomma, oltre a curare il mal di testa, il trattamento sortisce una specie di effetto lifting!
Per scongiurare l’insorgere di eventuali crisi durante le tournée, la dottoressa mi ha insegnato poi alcuni trucchi del mestiere, facilmente replicabili da sola. Sia chiaro: ricorro al fai da te solo in caso di emergenza e, a tal fine, faccio scorta di aghi ogni volta che vado a Londra. Ebbene, incrociando le dita, grazie all’agopuntura non ho più avuto attacchi acuti. Non prendo alcun tipo di farmaco, ma in borsa porto sempre con me gli aghi perché è fondamentale intervenire alla prima avvisaglia. Il consiglio è di seguire il mio esempio: se soffrite di nevralgia del trigemino, provate questo tipo di trattamento. E non aspettate che il dolore sia acuto per prendere provvedimenti, perché soffrirete di più. Molto di più!
Amii Stewart
Testimonianza raccolta da Nicole Cavazzuti per OK Salute e benessere luglio 2016
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