Nel mondo, 1 donna su 3 e 1 uomo su 5 sono attualmente colpiti da osteoporosi. Si verifica una frattura da fragilità ogni 3 secondi. In Italia, dove le fratture di femore ammontano a 700.000 per intervallo decennale, la prevenzione primaria e secondaria è una priorità identificata già da tempo dal Ministero della Salute, eppure gli obiettivi ministeriali fissati nel 2010 restano in gran parte disattesi.
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Osteoporosi: nasce il Bone Center dell’ospedale San Raffaele
Per prevenire e trattare l’osteoporosi e le fratture ossee da fragilità la persona con osteoporosi deve essere presa in carico da un team di specialisti ed è questo l’obiettivo del Bone Center Ospedaliero-Universitario dell’ospedale San Raffaele di Milano, presentato al primo Meeting Internazionale organizzato dal Centro, che ha l’obiettivo di garantire il miglior standard di cura grazie a un’équipe multidisciplinare.
«È urgente e necessaria un’alleanza tra le tante discipline coinvolte a vario titolo nella gestione del paziente con osteoporosi, in primo luogo endocrinologia, ginecologia e ortopedia che ne costituiscono il nucleo base. Ma attorno e a supporto di questo nucleo è fondamentale coinvolgere tutte le specialità necessarie che, nelle rispettive aree di competenza, siano a loro volta dei centri di eccellenza, tra cui radiologia, medicina nucleare, pediatria, oncologia, ematologia, medicina di laboratorio, geriatria, nefrologia, urologia, reumatologia e odontoiatria, come è stato possibile nel Bone Center Ospedaliero-Universitario del San Raffaele», spiega Andrea Giustina, professore ordinario di endocrinologia e malattie del metabolismo all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, direttore del Bone Center e primario dell’Unità di Endocrinologia dell’Ospedale San Raffaele.
Una soluzione che razionalizza il percorso di chi ha l’osteoporosi
«Si tratta di una soluzione clinico-assistenziale che razionalizza il percorso di chi soffre di osteoporosi e ha l’obiettivo di garantire il miglior standard di cura». Tuttavia, ottimizzare l’assistenza ospedaliera attraverso nuovi modelli organizzativi di diagnosi e cura è solo il primo indispensabile passo verso un processo virtuoso che finalmente permetta di affrontare in modo efficace l’osteoporosi e le fratture da fragilità.
«Il Centro Ospedaliero può dare le risposte necessarie ai bisogni della popolazione, soprattutto ai pazienti più complicati e fragili solo se l’hub centrale è pienamente e operativamente connesso con centri dedicati attivi sul territorio e con i medici di medicina generale, che hanno un ruolo chiave nella gestione integrata di una malattia cronica e ad altissima prevalenza come l’osteoporosi», conferma Giustina.