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L’obesità deve essere riconosciuta come malattia cronica

È necessario che l’obesità, spesso associata a uno stigma, diventi una priorità a livello sanitario, politico e sociale

L’obesità è una malattia dalle forti implicazioni sociali, perché spesso è associata a uno stigma, che porta le persone che ne sono affette a essere discriminate nei rapporti sociali e nella vita scolastica e lavorativa. Questi individui sono spesso bullizzati e ridicolizzati a causa del loro peso corporeo e ciò ha importanti ripercussioni fisiche e psicologiche.

Nell’immaginario collettivo chi vive nell’obesità è pigro e goloso e ha poca buona volontà

«Ancora oggi molte persone sono convinte che l’obesità sia legata a scorrette abitudini di vita, al fatto che la chi vive in condizione di obesità sia pigro e goloso e che quindi la sua sia una condizione che in realtà con un po’ di buona volontà e con un minimo di aderenza ai consigli del medico si possa risolvere: mangia di meno, muoviti un po’ di più, cerca di reagire e tutto si risolve» commenta Paolo Sbraccia, Vicepresidente IBDO Foundation e professore ordinario di Medicina Interna dell’Università “Tor Vergata” di Roma. «Questa visione genera lo stigma sociale, perché si guarda alla persona con obesità come fosse una sua colpa, e genera anche lo stigma clinico, perché anche tra i medici si tende a mettere in secondo piano il trattamento delle persone con obesità».

Gruppo San Donato

Molti medici non considerano l’obesità una malattia cronica

«Molti medici non sono consapevoli del fatto che l’obesità sia una malattia cronica e conseguentemente sono restii ad affrontare il problema con i loro pazienti, ritenendoli poco motivati o disinteressati» conferma Andrea Lenzi, Presidente del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita (CNBBSV) della Presidenza del Consiglio dei Ministri. «Dall’altro lato, le persone che si sentono discriminate per la loro obesità tendono a evitare ulteriori contatti e visite, riducendo il loro accesso alle cure e mettendo ulteriormente a rischio la propria salute».

È necessario che l’obesità diventi una priorità a livello sanitario, politico e sociale

È quindi arrivato il momento di cambiare, come proposto dall’Italian Obesity Barometer Summit organizzato da IBDO Foundation con Intergruppo parlamentare “Obesità e Diabete”, OPEN Italia – Obesity Policy Engagement Network, IO-NET – Italian Obesity Network e il contributo non condizionato di Novo Nordisk nell’ambito del progetto internazionale Changing Obesity. E il primo passo è di considerare l’obesità per quello che è: una malattia a tutti gli effetti.

«L’obesità nel nostro Paese non è nella lista delle malattie croniche, le prestazioni non sono inserite nei livelli essenziali di assistenza (LEA), non esistono una rete nazionale di cura e un piano nazionale per questa condizione». Questa l’accorata conclusione di un editoriale presentato al summit, a firma di Renato Lauro, Presidente IBDO Foundation, Andrea Lenzi e Paolo Sbraccia. È necessario che l’obesità diventi una priorità nazionale a livello sanitario, politico, clinico e sociale. Le istituzioni devono adoperarsi in via normativa, affinché nell’ordinamento e nelle procedure ministeriali sia inclusa una definizione di obesità come malattia cronica.

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