La conferma della nuova variante sudafricana è stata confermata dall’Istituto Nazionale per le Malattie Trasmissibili del Paese africano. Il suo nome scientifico è B.1.1.529. I casi sono in forte aumento. Per questo motivo l’Italia, ma in generale tutta l’Unione europea, insieme a Gran Bretagna e Israele, ha bloccato gli ingressi dal Sudafrica e dai Paesi confinanti. Il divieto vale anche per chiunque sia stato in negli ultimi 14 giorni in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia ed Eswatini. Al momento la zona più colpita sempre essere quella del Gauteng, dove ci sono città importanti e popolose come Pretoria e Johannesburg. Qui i tassi di positività sono aumentati nelle ultime 3 settimane da meno dell’1% a oltre il 30%.
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Perché è scattato l’allarme per la nuova variante sudafricana?
Il problema principale è che ha un numero molto alto di mutazioni sulla proteina spike. Com’è noto tutti i vaccini finora presenti agiscono proprio su questa proteina, che è in qualche modo la chiave che utilizza il coronavirus per entrare nelle cellule per riprodursi. Non sappiamo ancora se questo limiterà l’efficacia dei vaccini. Nel dettaglio le mutazioni sono 32, più delle varianti Beta e Delta messe insime.
Gli esperti sostengono che sia troppo presto per capire bene la situazione
La nuova variante può essere facilmente identificata con un test molecolare. Intanto nei principali centri di ricerca stanno partendo studi per capire meglio le sue conseguenze. I ricercatori stanno mettendo sotto la lente di ingrandimento la contagiosità, i sintomi e la capacità di eludere i vaccini. Occorreranno almeno quindici giorni per avere i primi risultati. Occorrerà capire anche se riuscirà a imporsi sulla variante Delta, che al momento è quella dominante.
Com’è nata la nuova variante sudafricana?
Il Sudafrica ha una situazione di contagi importanti e percentuali di vaccinazione bassi. Appena un quarto della popolazione ha ricevuto le due dosi di vaccino. Molto probabilmente è nata da un paziente fortemente immunodepresso. L’ipotesi principale è che si sia creata da un paziente con AIDS. Il Paese africano ha un’alta percentuale di malati di questa infezione.