Arriva il test per la solitudine. L’isolamento sociale entra a far parte dei disturbi da tenere sotto controllo negli esami di check up da fare ogni anno negli Stati Uniti.
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Test per la solitudine: l’annuncio del responsabile della sanità USA
La decisione è arrivata dopo che circa un anno fa Vivek Murthy, responsabile della sanità per il governo USA, aveva paragonato la solitudine e l’isolamento sociale al vizio del fumo di sigaretta. Nel dettaglio Murthy aveva sostenuto che vivere in solitudine non voluta corrispondesse a fumare quindici sigarette al giorno. Ora anche le autorità europee rifletteranno se seguire l’esempio americano e aspettare i primi dati che arriveranno dopo questa decisione.
I medici di base dovranno sottoporre i propri pazienti al test per la solitudine
D’ora in poi i medici di famiglia dovranno consigliare, oltre ai classici esami del sangue per colesterolo, glicemia e trigliceridi o quello delle urine, anche un questionario per indagare sul livello di isolamento sociale dei loro pazienti.
Negli Stati Uniti la solitudine rappresenta un problema di salute particolarmente importante. La metà dei residenti adulti dichiara di sentirsi isolato. Non c’è una statistica ufficiale, perché non ci si può basare sul numero delle persone che vivono sole. Ci sono tanti single che hanno una vita piena di relazioni sociali e che quindi non vivono in alcun modo le conseguenze negative della solitudine, ma solo quelle positive.
Pubblicate le nuove linee guida sulla gestione della solitudine
Le nuove linee guida si possono leggere sulla rivista scientifica Annals of Family Medicine. Nelle nuove raccomandazioni si sottolinea come la solitudine e l’isolamento sociale siano affrontate esattamente come altre malattie croniche.
Solitudine fattore di rischio di molte malattie
I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti hanno stimato che l’isolamento sociale sia particolarmente pericoloso soprattutto per gli anziani. In loro aumentano del 50% le probabilità di sviluppare una demenza, la più diffusa delle quali è la malattia di Alzheimer. Cresce anche il rischio di malattie cardiovascolari del 29% e di essere colpiti da un ictus del 32 per cento.
Evidenze scientifiche hanno confermato come ci sia una correlazione anche con il rischio di sviluppare la malattia di Parkinson.