Stop alle mutilazioni genitali femminili e alle loro conseguenze fisiche e psicologiche. Questa l’affermazione della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva-Rigenerativa ed Estetica, che chiede a gran voce che si parli il più possibile anche in Italia di questa condizione.
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Mutilazioni genitali femminili: i numeri in Italia e nel mondo
Solo nel nostro Paese ci sono quasi 88.000 donne con mutilazioni genitali, secondo uno studio dell’Università Bocconi di Milano. In tutto il mondo vivono almeno 200 milioni di donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali secondo il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e l’Unicef. Nel 2023 circa 4,2 milioni di bambine e ragazze sono a rischio di subire queste pratiche.
Mutilazioni genitali femminili: il ruolo della chirurgia plastica
Grazie ai progressi della medicina e chirurgia rigenerativa si può però intervenire efficacemente per salvare queste donne e restituire loro una buona qualità della vita. Il primo obiettivo è quello di rimodellare i tessuti con cicatrici.
La tecnica migliore è il lipofilling
«Fortunatamente oggi possiamo ricostruire la zona in modo efficace. La tecnica migliore è l’autotrapianto del grasso della paziente, con il lipofilling. In questo modo possiamo ridare elasticità, turgore e volume. Importante anche la trasposizione di lembi. Così siamo in grado di ricostruire i tessuti asportati e modificati», dice Stefania de Fazio, ideatrice nel 2019 del format del Summit e presidente eletto della SICPRE.
Urgente una revisione della legge Bonino
«A regolare questa condizione è la legge Bonino del 2006, che gioca un ruolo cruciale. Legge che però dovrebbe essere rivista perché non contempla, all’interno del team multidisciplinare previsto per la cura delle vittime di mutilazione, il chirurgo plastico. Peccato che però sia l’unica figura capace di ridare la forma e la funzione della vagina a queste donne».
Mutilazioni genitali femminili: i diversi gradi
Ci sono diversi gradi di mutilazioni genitali:
- grado 1: l’asportazione parziale del clitoride,
- il grado 2 avviene quando si riducono o si eliminano le piccole labbra;
- grado 3 e 4 quando c’è anche il restringimento dell’introito vaginale, la cosiddetta infibulazione.
Anche per i metodi rudimentali con cui solitamente avvengono, le mutilazioni genitali femminili sono spesso causa di gravi infezioni, che possono anche portare alla morte.
Per quanto riguarda la stragrande maggioranza delle vittime che vivono in Italia, la mutilazione avviene prima della migrazione oppure, nel caso delle seconde generazioni, in occasione di un viaggio nel Paese di origine.